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Antiveduto Gramatica

€ 80.000 / 120.000
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Antiveduto Gramatica

(Roma (?), 1569 - 1626)

SANTA DOROTEA DA CESAREA

olio su tela, cm 84x68

al retro, etichetta di collezione con la scritta "n.2 Sta Rosa de Sulvaran"

 

SAINT DOROTHEE OF CAESAREA

oil on canvas, cm 84x68

on the reverse, collection label with the inscription "n.2 Sta Rosa de Sulvaran"

 

Provenienza

Londra, Christie's, 6 aprile 1984, lot. 79

Amsterdam, Bob Haboldt, 1987

Londra, Christie's, 9 dicembre 1988, lot. 27

Collezione privata

 

Bibliografia

G. Papi, Antiveduto Gramatica, Cremona 1995, pp. 96-97, n. 19; tav. XII a p. 54

H. P. Riedl, Antiveduto della Gramatica (1570/71 - 1626). Leben und Werk, Monaco - Berlino, 1998, pp. 119-21, fig. 35.

G. Papi, Aggiornamenti per Antiveduto Gramatica, in "Arte Cristiana", 91, 2003, p. 118, fig. 4.

R. Randolfi, A. Tripodi, Antiveduto Gramatica, in I Caravaggeschi. Percorsi e protagonisti. A cura di Alessandro Zuccari, Milano 2010, II, p. 443, fig. 6.

 

Sebbene leggibile con difficoltà, l’etichetta di collezione incollata alla tela di rifodero suggerisce una provenienza dalla Spagna. Si potrebbe quindi confermare l’affermazione di Giulio Mancini, che circa il 1616 ricordava l’attività di Antiveduto Gramatica per collezionisti spagnoli: una data che conviene peraltro anche all’esecuzione del nostro dipinto, documento della personale interpretazione del caravaggismo proposta da Antiveduto intorno alla metà del secondo decennio del secolo.

Pittore già formato al tempo dell’arrivo a Roma del Merisi, Antiveduto si era presto convertito al nuovo linguaggio, declinandolo però con la raffinatezza austera propria del classicismo in voga a inizio secolo nella cerchia erudita del cardinal Sfondrato.

Composta nelle vesti e assorta in pensieri privatissimi, la giovane santa ripete l’atteggiamento della Santa Pudenziana nel Musée des Beaux Arts di Nantes, palesemente studiata sulla stessa modella. Solo il cerchietto sottile che sul fondo nero ne disegna l’aureola allude a una condizione diversa da quella di una semplice fantesca intenta ad apparecchiare la tavola.

Il successo di questa invenzione è documentato dall’esistenza di una replica, antica ma forse non autografa, presso l’Art Center di Milwaukee.