ARCADE I DIPINTI DAL SECOLO XVI AL XVIII

Firenze, 
gio 3 Ottobre 2024
Asta Live 1324
129

Scuola fiamminga, sec. XVII

€ 3.500 / 5.500
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Scuola fiamminga, sec. XVII

LEONESSA CON CUCCIOLI

olio su tela, cm 97x125

 

Flemish school, 17th century

LIONESS WIYH CUBS

oil on canvas, cm 97x125

 

La tela che presentiamo è da riferire a un artista attivo ad Anversa nel quarto o quinto decennio del XVII secolo e deriva dalla celebre "Educazione di Bacco" di Rubens conservata alla  Gemäldegalerie di Dresda, in cui una tigre allatta i propri piccoli accanto a un fauno che spreme l'uva in una coppa. La magnetica figura dell'animale disteso che fissa lo spettatore deve aver riscosso immediato successo se lo stesso Rubens l'ha replicata come elemento autonomo, immerso in un paesaggio campestre, nel dipinto conservato all'Accademia di Belle Arti di Vienna intitolato "Tigre che allatta i cuccioli" (in passato attribuito a Jan Wildens). Si conosce ancora un'altra versione del dipinto, con la tigre collocata in un paesaggio più ampio, e anche un bozzetto, di dimensioni appena ridotte, entrambe opere ritenute di bottega: l'ubicazione di questi dipinti è ignota.

La rarità di immagini di animali così insoliti nel Seicento deve aver creato una domanda specifica di tali soggetti, sentiti forse come curiosità zoologiche. Pochi artisti avevano la possibilità, come Rubens, di osservare questi animali dal vero e molto, nella loro rappresentazione, era lasciato alla fantasia degli esecutori.

La nostra opera, notevole per qualità d'esecuzione, differisce dalle altre per due motivi: la tigre diviene una leonessa, dalla pelliccia marrone con una viva sfumatura di rame. Inoltre è l'unica versione nota in cui l'animale non poggia la zampa sul grappolo d'uva, cosa che accade nel dipinto di Vienna e negli altri due ricordati: la presenza dell'uva, al di fuori delle storie di Bacco, è particolare senza dubbio incoerente, che il nostro autore elimina restituendo alla figura una maggiore autonomia e personalità. La leonessa e i cuccioli sono qui collocati in una caverna che sulla destra lascia intravedere uno spicchio di paesaggio che brilla nella luce, senza altri elementi che distraggano lo spettatore dalla contemplazione di questa intensa maternità.