Stampe e disegni moderni e contemporanei da una collezione italiana - III

329

Henri Matisse

€ 40.000 / 50.000
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Henri Matisse

(Le Cateau-Cambrésis 1869 – Nizza 1954)

FEMME AU MEDAILLON. 1937

Penna e inchiostro nero su carta vergellata.

mm 606x406.

Firmato e datato a penna “Henri Matisse 37”.

Al verso timbro “PM” (non su Lugt) in basso a destra.

 

Provenienza:

James Wise/Berggruen & Cie, Parigi

Galleria d’Arte Brera, MIlano (1961)

Galleria La Medusa, Roma (1964)

 

Si ringrazia Wanda De Guébriant per le indicazioni che

hanno consentito la schedatura dell’opera.

 

Di tutti gli artisti del primo novecento Henri Matisse è quello che

più compiutamente traghetta l’esperienza post-impressionista

nelle forme dell’ arte del nuovo secolo. Recepita l’esperienza

coloristica e figurativa maturata dall’eredità fin de siècle di Cézanne,

Van Gogh e Signac, Henri Matisse orienta il suo percorso

verso la ricerca del “carattere essenziale delle cose”, come ebbe

a scrivere nel suo “Notes d’un peintre” del 1908, elaborando

una ricerca artistica votata all’equilibrio, alla purezza e alla serenità.

Nel luglio del 1939, collegandosi a quanto già espresso nel saggio

del 1908, Matisse firma su “Le Point” una difesa dei suoi

disegni con l’articolo dal titolo allusivo “Notes d’un peintre sur

son dessins”. Riconoscendo il debito formativo nei confronti

dei maestri antichi, dichiara esplicitamente che quell’ eredità

deve essere assorbita ma poi dimenticata in favore del raggiungimento

di una maggiore sintesi espressiva personale. Così la

linea semplice della penna diventa strumento di quella ricerca

di sintesi ed essenzialità, simile ad una scrittura di nero su bianco

che non ammette indecisioni o pentimenti; se l’opera non

riesce si getta via e si ricomincia da capo. Tutti i suoi disegni, a

partire dalla fine degli anni Trenta, sono preceduti da studi preparatori

condotti con tecniche più complesse e meno scarne

del puro outline; la ricerca di luce e atmosfera, dell’espressione

dei volti, delle caratteristiche dei modelli, è progettata da studi

a matita e gessetto sfumato; la loro declinazione finale è la sintesi

a penna. Sarebbe dunque erroneo interpretare i disegni

di Matisse come “schizzi” poiché la sintesi grafica è il punto di

arrivo e non la partenza. “Sono come un danzatore o un funambolo”,

scriveva Matisse, “che inizia la sua giornata con molte

ore di esercizio così che ogni parte del suo corpo gli obbedisca,

quando poi è difronte al pubblico vuole liberare le sue emozioni

in una successione di movimenti di danza lenti e veloci o in

eleganti piroette”.

Così nella metà degli anni Trenta realizza numerose serie nel

tema dell’artista e la modella e poi, agli inizi degli anni Quaranta

la sua famosa “Thèmes et Variations”, descrizione libera e guizzante

di volti femminili e nature morte. Del 1938 e fino al 1947 è

la traduzione in incisione di questa sua sua sintetica leggerezza

nelle linoleografie dove il nero assoluto del fondo esalta la sinuosa

velocità degli intagli bianchi.

Questa nuova cifra grafica costituirà un precedente fondante

per la storia e la tecnica del disegno del XX secolo.