COPPIA DI ALBARELLI
Deruta, 1500-1510 circa
Maiolica decorata in policromia con rosso, arancio, giallo scuro, blu, verde ramina e bruno di manganese
a) alt. cm 22,6; diam. bocca cm 10,5; diam. piede cm 11,7
b) alt. cm 21,8; diam. bocca cm 9,8; diam. piede cm 11
Sotto la base segni incisi dopo la cottura; numeri incisi e dipinti di bianco: a) “261”; b) “26”. Tracce di cartellini con numerazione
a) cadute di smalto e sbeccature sul fronte; usure alla spalla; sbeccatura al piede
b) felatura all’orlo; usure alla spalla
Corredato da doppio attestato di libera circolazione
Earthenware, painted in red, orange, dark yellow, blue, copper green, and manganese
a) H. 22.6 cm; mouth diam. 10.5 cm; foot diam. 11.7 cm
b) H. 21.8 cm; mouth diam. 9.8 cm; foot diam. 11 cm
On the bottom, some marks have been carved in after firing; numbers incised and painted on in white: a) ‘261’; b) ’26’. Remains of paper tags with numbers
a) on the front, glaze losses and chips; wear to shoulder; chip to foot
b) hairline crack to rim; wear to shoulder
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I due contenitori apotecari hanno corpo cilindrico rastremato al centro, imboccatura larga con orlo svasato, un collo breve e spalla molto carenata. Il piede piano non smaltato, diviso dal corpo da una breve strozzatura, ha orlo arrotondato. Il corpo ceramico color camoscio scuro è ben visibile all’interno dei vasi, che non sono rivestiti da smalto, ma solo da invetriatura.
La decorazione dell’albarello a) mostra un busto maschile di profilo, racchiuso in una ghirlanda di foglie e frutti centrata da due fiori racchiusi in un medaglione azzurrato. Nella parte posteriore, si sviluppa un lungo stelo con foglie dalla forma gotica e fruttini trilobati, circondato da piccole spirali a riempitura dei campi. Lungo la base, si articola un motivo a cordone seguito da una corona stilizzata. Sotto il piede, sono visibili dei segni incisi dopo la cottura.
L’albarello b), fortemente coerente, è decorato da un profilo muliebre con capelli raccolti in una cuffia, abito con bustino e spalle coperte da uno scialle. Il profilo è circondato da una ghirlanda con foglie di quercia e piccole ghiande; anche in questo caso la ghirlanda è centrata da due fiori racchiusi in un medaglione. Il retro del vaso è occupato da un tralcio fitoforme con arricciature, piccole fogliette trilobate e fiori dalla corolla multipetalo, dipinti in verde e arancio. Il fondo vuoto è riempito da pennellature, cerchietti puntinati e spiraline. Lungo la base, un motivo a cordone, seguito da una corona stilizzata, riprende la decorazione del collo.
Diversi albarelli appartengono alla stessa celebre serie di vasi sfornati a Deruta: ad esempio una coppia di albarelli con profili assai simili è conservata nella raccolta Gillet del Musée des Arts Décoratifs di Lione. Le differenze, rispetto ai nostri esemplari, sono minime: il coprispalle, le ghiande al posto dei fruttini e la scelta decorativa nei retri. Un albarello coerente, decorato con un profilo di giovane con copricapo, è conservato al Metropolitan Museum of Art di New York e databile 1510.
Due esemplari simili dichiarati come datati 1507, l’uno decorato dal profilo di un giovane con berretto, l’altro da un profilo di donna, si trovavano nella collezione Adda: ad essi si fa generalmente riferimento per la cronologia di questo corredo farmaceutico. L’attribuzione è stata sostenuta per la prima volta da Rackham, che smentisce l’ipotesi di paternità senese sostenuta da Falke.
Si è ipotizzato che i nostri due albarelli potessero addirittura corrispondere ai due vasi pubblicati da Rackham nella sopracitata monografia sulla collezione Adda da cui provengono altri oggetti presenti in questa raccolta: gli albarelli sono infatti perfettamente sovrapponibili, ma non compare la data “1507” indicata dallo studioso.
Molto simile al nostro esemplare con profilo maschile è anche l’albarello riprodotto nel catalogo della collezione Sigismond Bardac, proveniente dalla raccolta Bardini e all’epoca ancora attribuito a manifatture faentine della fine del secolo XV, nella cui scheda non c’è alcuna indicazione relativa alla presenza di una data sul retro.
I due oggetti in esame sono pubblicati invece nel catalogo di Humphris del 1967 relativo alla mostra sugli oggetti provenienti dalla raccolta Adda ascritti a un arco cronologico tra il 1500 e il 1510 (anche qui nessun accenno alla presenza della data). Dal catalogo Humphris riportiamo l’elenco delle provenienze: collezione Stefano Bardini fino al 1899, collezione Sigismond Bardac e collezione Alfred Pringsheim fino al 1939, quindi nella raccolta Adda fino al 1965.
Possiamo a questo punto affermare che si tratta proprio dei due albarelli che, in uno dei momenti di maggior fervore degli studi sulla maiolica antica, hanno comportato la variazione di attribuzione di questo gruppo ceramico da Faenza-Siena a Deruta.