VASO A BOCCIA
Venezia, circa 1575
Maiolica decorata in policromia con verde rame, giallo antimonio e arancio, con tocchi di manganese e bianco a risparmio
alt. cm 22,4; diam. cm 10,5; diam. piede cm 11
Sotto il piede etichette “ufficio esportazioni 19.06.1962”; “Parigi 1964”; “Antichità Bellini Firenze”
Probabile lacuna all’orlo con rottura che scende lungo il corpo intersecandosi con fessurazioni passanti lungo la circonferenza, coperte da restauri mimetici talvolta eccessivi
Earthenware, painted in copper green, antimony yellow, and orange with touches of manganese and white reserves
H. 22.4 cm; diam. 10.5 cm; foot diam. 11 cm
On the bottom, three labels: ‘ufficio esportazioni 19.06.1962’; ‘Parigi 1964’; ‘Antichità Bellini Firenze’
Probable loss to rim with a crack running through body and crossing some heavy hairline cracks around circumference, covered by large mimetic restorations
Il contenitore farmaceutico è forgiato secondo le caratteristiche tipiche della bottega veneziana di Mastro Domenico. Il corpo globulare sale e si restringe in un collo breve che termina nell’imboccatura larga, con bordo estroflesso e orlo piano dal profilo netto. Il piede è quasi tutt’uno con il corpo e ha base piana senza bordura.
Il decoro mostra due ampi medaglioni opposti con orlo mistilineo, bordati da un doppio profilo blu; all’interno due ritratti (il maschile, collocato di profilo, ha un copricapo, quello femminile, di tre quarti, indossa una cuffia) spiccano sul fondo bianco a risparmio, lumeggiato da piccoli tocchi di bianco a creare un alone, delineato da una larga fascia gialla decorata con sottili trattini arancio a raggera. Il resto del vaso è decorato con fiori dalla larga corolla, foglie accartocciate, foglie lanceolate e piccoli fruttini, su un fondo riempito da uno spesso strato di blu cobalto, ingentilito e illuminato da lumeggiature sinuose realizzate con sottili linee incise a retro di pennello.
Per le modalità pittoriche e stilistiche, nonostante alcune ridipinture, si può con sicurezza attribuire questo vaso alla bottega di Mastro Domenico, a Venezia, negli anni intorno al 1575.
Numerosi gli esemplari di confronto, collocabili nella categoria più alta della produzione. Il ritratto maschile, più integro, ci permette un raffronto preciso con un albarello con ritratto nella modalità di resa degli occhi, grandi e con un taglio triangolare e pupilla molto marcata, nei tocchi di arancio e di bianco con cui viene lumeggiato il volto e nella camicia aperta con colletto arricciato visibile sul volume dedicato alla pittura veneziana dell’Alverà Bortolotto. Anche il notevole parallelo con l’albarello della raccolta Mereghi al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza ci aiuta nel confronto, così come le due grandi bocce della collezione della Cassa di Risparmio di Perugia, sebbene queste di dimensioni maggiori, o con il piccolo albarello della collezione della Fondazione Banco di Sicilia.
Questa tipologia di vasi costituisce una delle produzioni più ricercate della bottega veneziana dalla metà del XVI secolo, e comprende esemplari di qualità e decorazioni varie, con figure di Santi dipinte a figura intera, ritratti barbati di vecchi, ritratti di giovinetti, turchi con turbanti, guerrieri con elmo, fanciulle o donne variamente atteggiati e inseriti in cornici più o meno elaborate. La qualità della pittura e della materia e il confronto con altri esemplari ci fanno pensare comunque alla produzione più antica della bottega veneziana.