Reperti Archeologici

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Rarissima testa femminile in ossidiana

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Rarissima testa femminile in ossidiana

Materia e tecnica: ossidiana scolpita e levigata

Testa di giovane fanciulla raffigurata in posizione frontale con un’elaborata acconciatura dei capelli divisi da una scriminatura al centro della testa, fermati da una tenia e ritorti in due bande che si uniscono in un grande chignon sulla nuca; il volto forma un ovale molto regolare, con fronte bassa, arcate oculari piuttosto incavate ed occhi accuratamente delineati con palpebre in rilievo ed indicazione della pupilla, il naso è ampio e rettilineo e gli zigomi rilevati; la piccola bocca mostra delle labbra carnose, leggermente aperte, il mento è lievemente pronunciato e le orecchie fuoriescono appena dalla massa dei capelli. Lo scultore pur nelle piccole dimensioni riesce ad eseguire un’opera anatomicamente molto accurata conferendogli un aspetto patetico

Produzione: romana

Stato di conservazione: integra

Dimensioni: alt. cm 4,2

Datazione: I sec. a.C.- I sec. d.C.

Cfr.: I vetri dei Cesari, catalogo della mostra, Roma, 1988, a cura di D. B. Harden, p. 28 n. 6.

 

La scultura è corredata da un’analisi di spettroscopia Raman eseguita dall’Istituto Prato Ricerche nel novembre 2010 nella quale si stabilisce che il materiale è ossidiana, mentre le incrostazioni sono in calcite e che il processo di deposizione della calcite è naturale e non artificiale.

 

Nella mostra I vetri dei Cesari venne presentato per la prima volta un grande frammento di scultura in ossidiana pertinente ad una gamba di un cavallo che testimonia come agli inizi dell’epoca imperiale questo tipo di scultura fosse particolarmente apprezzata dalla nobiltà romana.

 

Plinio nella Naturalis Historia (XXXVI, 196-7) cita numerose statue in ossidiana naturale:

196 In genere vitri et obsiana numerantur ad similitudinem lapidis, quem in Aethiopia invenit Obsius, nigerrimi coloris, aliquando et tralucidi, crassiore visu atque in speculis parietum pro imagine umbras reddente. gemmas multi ex eo faciunt; vidimus et solidas imagines divi Augusti capaci materia huius crassitudinis, dicavitque ipse pro miraculo in templo Concordiae obsidianos IIII elephantos.

197 remisit et Tiberius Caesar Heliopolitatum caerimoniis repertam in hereditate Sei eius, qui praefuerat Aegypto, obsianam imaginem Menelai, ex qua apparet antiquior materiae origo, nunc vitri similitudine interpolata. Xenocrates obsianum lapidem in India et in Samnio Italiae et ad oceanum in Hispania tradit nasci
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