Galileo Chini
(Firenze 1873 - 1956)
NATURA MORTA
olio su compensato, cm 55x70
firmato e datato 30 in alto a sinistra
sul retro: titolato
"Alla composizione di paesaggio Chini alternava quello della natura morta. All'inizio mostra una predilezione per accostare alla natura morta ogni quantità di oggetti disparati, delle statuine ai vasi, dalle maschere orientali ai libri, ai cofanetti, aperti con fili di perle in bella mostra; poi concepisce grandi fruttiere su vaste superfici di tovaglie, su cui distribuisce un po’ di tutto, dalle bottiglie alle tazze col caffè, dai piatti col formaggio al gioco dei riflessi metallici delle posate, e poi pesci, tacchini, polli e quanto altro l'artista evidentemente trovava nella dispensa domestica... I paesaggi eseguiti [...] dal 1933 al 1938 sono tutti spaziati in respiri più ampi di cielo e di terra: tutto è immerso nella luce e i colori della campagna, delle case, dei fiori e degli alberi sbigottiscono al gioco delle trasparenze, i legami dei piani si allentano, sbiadiscono contorni e profili, tutto diviene atmosfera" (in: Galileo Chini, cat. della mostra a cura della Galleria d’Arte il Fiorino (Firenze, 1972), Firenze 1972, pp. 38-39).