Importanti Dipinti Antichi - I

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Antonio Joli

€ 60.000 / 80.000
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Antonio Joli

(Modena 1700-Napoli 1777)

ALESSANDRO VISITA LA TOMBA DI ACHILLE

olio su tela, cm 70x91,5

 

Provenienza: Galleria Concha Barrios, Madrid;

collezione privata

 

Corredato da attestato di libera circolazione

 

L’inedito dipinto qui presentato costituisce una versione ulteriore e variata di un tema altre volte affrontato da Antonio Joli, certo in relazione alla sua attività di scenografo. Già nel 1736, infatti, l’artista modenese aveva fornito i disegni per un’opera su libretto di Pietro Metastasio  dedicata ad Alessandro e rappresentata a Venezia, mentre nel 1768 e nel 1774 curò le scene di “Alessandro nelle Indie” per il San Carlo di Napoli.

E’ probabilmente questa esperienza a suggerire la grandiosa prospettiva “all’antica”, vero “atrio magnifico” ornato da rilievi e sculture e qualificato da un monumento equestre in cui, in una tela di imponenti dimensioni ora in Scozia (Paisley Museum and Art Galleries) Antonio Joli codifica in maniera definitiva la rappresentazione di un tema altre volte affrontato con prevalenza delle figure sullo spazio circostante (R. Toledano, Antonio Joli. Modena 1700-1777 Napoli, Torino 2006, p. 95 C.V.3).

Il nostro è appunto una replica di quel dipinto, di cui ripropone la composizione con dimensioni più contenute e alcune varianti nelle figure e negli ornati architettonici.

Considerazioni di ordine stilistico, e soprattutto la raffinata qualità pittorica suggeriscono di riferire l’opera alla maturità del pittore modenese e più precisamente al suo secondo periodo napoletano dopo il 1762 quando, in qualità di scenografo reale, Joli fu responsabile degli spettacoli teatrali e delle cerimonie pubbliche della corte, oltre che della loro rappresentazione ad uso delle corti europee.

Un tempo sul mercato antiquario internazionale come opera di Giovanni Paolo Panini, il nostro dipinto si lega in effetti a due ulteriori repliche in collezione privata pubblicate da Ferdinando Arisi come opera dell’artista piacentino (Gian Paolo Panini e i fasti della Roma del 700, Roma 1986, p. 243, nn. 53-54) ma giustamente ricondotte da Ralph Toledano al catalogo di Antonio Joli, insieme a una terza composizione che utilizza la grandiosa scenografia dell’“atrio regio” per una semplice scena di conversazione (F. Arisi 1986, cit., p. 242, n. 52).

Al Panini si deve tuttavia l’invenzione di questo soggetto, che nel 1719 costituì la sua “pièce de réception” alla romana Accademia di San Luca e che si lega idealmente al Marco Curzio si getta nella voragine di fuoco: entrambi documenti di quel riferirsi all’Antico per i suoi valori ideali ancor prima che per i canoni estetici che caratterizza il Settecento romano trovando espressione compiuta nella prima età Neoclassica.

 

Ringraziamo Ralph Toledano per le preziose indicazioni utili alla redazione della scheda da noi curata.