Domenico Corvi
(Viterbo 1721-Roma 1803)
SALOMÈ RICEVE LA TESTA DEL BATTISTA
olio su tela, cm 63,5x49
al recto in basso a sinistra numero d’inventario dipinto “199.”
Provenienza: già nobile famiglia romana;
nobile collezione fiorentina
Inedito e non documentato, il dipinto qui offerto costituisce un’aggiunta importante al catalogo di Domenico Corvi, un’attribuzione certo non scontata, considerando la riscoperta piuttosto recente del pittore viterbese.
Pur in assenza di riferimenti il dipinto va indubbiamente confrontato, ancor più che con la Decollazione del Battista nella chiesa del Gonfalone a Viterbo, con le storie petrine dipinte da Domenico Corvi per la cappella Orsini in San Salvatore in Lauro a Roma, e in particolare con la Liberazione di san Pietro che ne condivide l’ambientazione e il lume notturno, una caratteristica – quest’ultima – celebrata dal Lanzi come tipica delle sue opere più felici.
Ancor più convincente, peraltro, il confronto con un altro dipinto probabilmente legato al medesimo ciclo, l’Apparizione dell’angelo a San Pietro oggi nella Galleria Nazionale di Arte Antica proveniente dalla collezione Lemme, insieme ai bozzetti relativi ai laterali della cappella Orsini già citati.
Varie ragioni, a cominciare dal confronto stilistico, potrebbero anzi suggerire che il nostro dipinto si accompagnasse in origine alla tela citata, comparsa sul mercato antiquario nel 1990. Per l’intero gruppo è stata proposta una data poco dopo il 1763, e dunque all’inizio del ventennio in cui si registra il massimo successo di pubblico di Domenico Corvi, attivo per le principali famiglie romane e in particolare per i Borghese e i Barberini come per la corte di Torino.
Bibliografia di confronto: Domenico Corvi, a cura di V. Curzi e A. Lo Bianco, Roma 1998, in particolare pp. 126-27.