Importanti Dipinti Antichi - I

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Pietro Bartolomeo Cittadella

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Pietro Bartolomeo Cittadella

(Vicenza 1636-1704)

ALLEGORIA DEL TEMPO

olio su tela, cm 105x141 entro antica cornice intagliata a motivo di nastro dipinta e dorata

 

Pietro Bartolomeo Cittadella, nato a Vicenza il 23 luglio 1636, abbandonò presumibilmente verso i trent’anni la sua città natale per stabilirsi a Verona dove la sua presenza è documentata tra il 1669 e il 1672, ma non è da escludersi la sua permanenza in città fin verso la fine dell’ottavo decennio. Indice del notevole prestigio ottenuto è il fatto che venisse annoverato tra i diciannove “Signori Academici Pittori Veronesi” e dalle numerose opere commissionategli ed esistenti nelle chiese veronesi fino all’Ottocento. Non è possibile valutare concretamente gli effetti di una adesione, peraltro storicamente probabile, del Cittadella presso la bottega carpionesca, come sostiene la storiografia artistica, perché nulla si conosce della sua attività precedente il trasferimento a Verona. Gli esiti di un alunnato presso il Carpioni infatti a malapena si scorgono nell’uso dei colori acidi e freddi e nel ricercato accostamento di tinte complementari.

A seguito del rientro a Vicenza, grazie alle diverse commissioni cittadine come la decorazione del fregio della chiesa di Santa Caterina, il pittore ebbe modo d’incontare a partire dal 1675 alcuni dei più rappresentativi artisti del Seicento veneto come Antonio Zanchi, Andrea Celesti e Pietro Vecchia. Cittadella partecipò inoltre alla decorazione del paramento presbiteriale del Duomo (1679-1682) che aveva come soggetto la Leggenda della Santa Croce e alcuni episodi biblici, in cui lavorò al fianco di Antonio Zanchi, Carl Loth e Andrea Celesti. Tale vicinanza contribuì a determinare l’immediata adesione di Cittadella alle sollecitazioni dello Zanchi, provando a inscenare composizioni dalla enfatica e grandiosa drammaticità, ottenuta attraverso la tecnica degli sbattimenti chiaroscurali, intesi a evidenziare, con crudo realismo i dettagli anatomici e le espressioni dei volti, mostrando di aderire alle novità importate dai “tenebrosi”. In una delle opere di Cittadella per il già citato paramento Civran quale il Serpente di bronzo (Vescovado, Vicenza), nel quale la narrazione è articolata in modo dinamico e complesso, è possibile notare la vicinanza con artisti come Pietro Liberi tanto che il dipinto venne riferito da C.N. Cochin (Voyage d’Italie, 1758, Paris 1779, III, p. 172) a Liberi stesso. Oltre a Liberi anche Celesti contribuì alla maturazione stilistica del pittore che, di pari passo ad una progressiva decantazione degli elementi di matrice più rudemente tenebrosa, si andava orientando, verso un chiarismo di timbro profondo e pittorico, esprimentesi per il tramite di un colore fluido e vellutato. Nella parte più avanzata della sua attività Cittadella volge il suo fare pittorico verso uno stile più morbido e amabile che preannuncia un trapasso verso il gusto arcadico e rococò in cui si possono collocare i dipinti raffiguranti “favole mitologiche” richieste dalla nobile committenza con sempre maggiore frequenza.

A questa fase si può ricondurre la prima delle due opere del pittore vicentino qui proposte raffigurante l’Allegoria del Tempo in cui anche l’avvenente figura femminile dalle ciocche ricadenti sulla spalla, indicata dall’ancella, sarà inesorabilmente soggetta al passare del Tempo impersonato dal vecchio mosculoso che si rivela. Il particolare taglio compositivo del dipinto in cui le figure vengono rappresentate in primo piano costituisce un elemento caratteristico del pittore, che ritroviamo in numerose altre opere, in cui lo spazio circostante viene appena accennato. Nella robustezza della figura del Tempo si possono cogliere ancora elementi riconducibili all’ambiente dei tenebrosi come dimostra il confronto con figura di Massenzio nella Disfatta di Massenzio del Duomo di Vicenza coniugati ad un fare più aggraziato ed elegante espresso dalla figura femminile che presenta taluni riscontri stilistici con Pietro Liberi e Andrea Celesti.