Giuseppe De Nittis
(Barletta 1846 - Saint-Germain-en-Laye 1884)
GUIDANDO AL BOIS
olio su tela, cm 31,5x42
firmato e datato "74" in basso a destra
sul retro: cartiglio "Mostra celebrativa di Giuseppe De Nittis e dei pittori della Scuola di Resina, 8 giugno – 11 agosto 1963 / Società Promotrice di BB.AA. Salvator Rosa - Villa Comunale - Padiglione Pompeiano - Napoli"
GUIDANDO AL BOIS
oil on canvas, 31.5x42 cm
signed and dated “74” lower right
on the reverse: label " Mostra celebrativa di Giuseppe De Nittis e dei pittori della Scuola di Resina, 8 giugno – 11 agosto 1963 / Società Promotrice di BB.AA. Salvator Rosa - Villa Comunale - Padiglione Pompeiano - Napoli"
Provenienza
Collezione Stramezzi, Crema
Collezione Crespi, Milano
Collezione privata, Milano
Esposizioni
Mostra di Giuseppe De Nittis e dei pittori della "Scuola di Resina", Società Promotrice di Belle Arti Salvator Rosa, Napoli 8 giugno - 11 agosto 1963
Bibliografia
V. Pica, Giuseppe De Nittis, l'uomo e l'artista, Milano 1914, p. 102
E. Piceni, De Nittis, Milano 1955, p. 170 n. 53
M. Pittaluga, E. Piceni, De Nittis. Catalogo generale dell'opera, I, 1963, n. 264 tav. XVI
E. Piceni, De Nittis, Milano 1963, pp. 60-61 n. 33, tav. XXXIII
E. Piceni, De Nittis, l'uomo e l'opera, Busto Arsizio 1979, n. 23
R. Monti, Signorini e il naturalismo europeo, Roma 1984, pp. 104, 191, n. 82
R. Monti, Giuseppe De Nittis, catalogo della mostra (Milano, Palazzo della Permanente, 11 aprile-27 maggio 1990 / Bari, Pinacoteca Provinciale, 2 giugno-29 settembre 1990), Firenze 1990, p. 50 fig. 27
P. Dini, G.L. Marini, R. Mascolo, De Nittis. La vita, i documenti, le opere dipinte, Torino 1990, I: n. 489 p. 395, II: ill.
È a Parigi che De Nittis affina la sua capacità di acuto osservatore della realtà e soprattutto di quell'aspetto della vita metropolitana legato alla mondanità e all'eleganza.
Per apprezzare il talento dell'artista nel raffigurare le scene di vita quotidiana, basta confrontarle con quelle dei suoi epigoni e imitatori.
Ciò che colpisce in questo quadro è l'atmosfera che l'artista riesce a ricreare, passando con estrema naturalezza da particolari finiti di incredibile acutezza allo splendore dello sfondo ottenuto con sapiente uso della macchia, con la purezza coloristica degna del miglior impressionismo.
Tutto ciò conferisce all'opera il fascino del capolavoro, nel quale ogni pennellata, ogni tocco di colore si fondono nella geometria della composizione, dando vita ad un piccolo prodigio.
Guidando al Bois è un prezioso documento per riafferrare voci, luci, colori e lo spirito dell'epoca.
L'artista presentò il dipinto al "Salon" del 1874, assieme a Che freddo.
"...Orbene la giuria di accettazione non accolse che uno soltanto di essi, Che freddo!, ma, prima che la decisione diventasse irre-vocabile, uno dei soci del Goupil si recò in casa del pittore pu-gliese e, con lunghe circonlocuzioni, gli lasciò comprendere che, se egli avesse rinunciato alle sue eccessive velleità d'indipendenza e si fosse mostrato disposto a ritornare remissivamente nell'ovile, lo scorno di un rifiuto gli sarebbe stato risparmiato.
Giuseppe De Nittis comprese che il momento era decisivo per lui e per la sua futura carriera e seppe avere, senza alcuna esitazione, il coraggio di rispondere con un no reciso, rinunciando con esso ad un contratto proficuo ed alla protezione di una cricca ultra-potente, ma riconquistando altresì la completa sua libertà artistica.
Presa che ebbe la grande decisione, la quale tagliava di colpo ogni ulteriore interessato legame di dipendenza coi Gèrome e coi Messonier da una parte e con Goupil e sozii (soci) dall'altra, e che gli permetteva alfine di avvicinarsi ai Manet, ai Degas ed agli altri impressionisti...." (cfr. V. Pica, Giuseppe de Nittis, l'uomo e l'artista, Milano 1914, p. 104).
Sconfortato e deluso per il rifiuto, dovuto non alla qualità dell'opera presentata, ma bensì agli intrighi dei mercanti che gestivano le commissioni di accettazione, scrive il 5 Aprile all'amico Adriano Cecioni (1836-1886), annunciandogli di aver deciso di arrendersi alle richieste di Degas (1834-1917) ad esporre da Nadar (1820-1910) con gli impressionisti, e di rescindere il contratto che lo legava alla "Maison Goupil".
Il successivo viaggio a Londra, il ritrovarsi con l'amico J.J. Tissot (1836-1902) ed i consigli della moglie Leontine, convinsero "Peppino" a riallinearsi con il modo di dipingere che più gli si addiceva, quello ambientativo dei quadri a soggetto borghese e dell'immagine femminile in scene di vita convenzionale di Parigi, individuando momenti di vitalità e seduzione.
It was in Paris that De Nittis improved his ability of being a perceptive observant of reality and above all of that aspect of city life linked to high society and style.
To appreciate the artist’s talent in representing scenes of daily life, it is sufficient to compare them with those painted by his followers and imitators.
What is striking in this painting is the atmosphere that the artist is able to recreate, moving, with extreme ease, from incredibly refined details to the splendour of the background, obtained with the skilful use of patches of colour, with a chromatic clearness that is worthy of the best Impressionist art.
All these qualities give the painting the allure of a masterpiece, in which every brush stroke, every touch of colour merge into the layout of the composition, creating a small miracle.
Guidando al Bois is a precious document to recapture the voices, the lights, the colours and the spirit of the age.
The artist presented this work to the Salon in 1874, with the painting Che freddo!.
“… So, the jury accepted only one of them, Che freddo!, but before the decision became definitive, one of Goupil’s associates went to the house of the painter from Puglia and, speaking in a roundabout way, made him understand that if he gave up his excessive desire for independence and showed he was willing to submissively return to the fold, he would be spared from the humilation of a rejection.
Giuseppe De Nittis understood that this was a decisive moment, for himself and for his career, and was brave enough to give a flat no for an answer, thus renouncing a profitable contract and the protection of an ultra-powerful clique, but at the same time regaining his complete artistic freedom.
He therefore made the great decision which severed in one fell swoop any further self-interested dependency on Gèrome and Messonier on one side and on Goupil and associates on the other, and that allowed him to eventually get closer to Manet, to Degas and to the other Impressionists…” (see V. Pica, Giuseppe de Nittis, l'uomo e l'artista, Milano 1914, p. 104).
Downhearted and disappointed by the refusal, due to the scheming of the art dealers who supervised the hanging committees and not to the quality of the work, he wrote a letter to his friend Adriano Cecioni (1836-1886) on 5th April, informing him that he had decided to give in to the requests of Degas (1834-1917) to exhibit at Nadar’s (1820-1910) with the Impressionists, and to terminate his contract with the “Maison Goupil”.
The following journey to London, his meeting up with his friend J.J. Tissot (1836-1902) and his wife’s advice persuaded “Peppino” to realign with the style that better suited him, being the painting of subjects from a middle-class setting and of female figures in scenes from conventional Parisian life, highlighting moments of vitality and seduction.