CAPOLAVORI DA COLLEZIONI ITALIANE

5

Giuseppe Maggiolini

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Giuseppe Maggiolini

(Parabiago, 1738-1814)

COPPIA DI CASSETTONI CON MEDAGLIONI DI BACCO E CERERE, PARABIAGO, ULTIMO QUARTO DEL XVIII SECOLO

Ciascuno con pannello scorrevole a scomparsa celante due cassetti e un cassetto sottile sotto il piano in marmo grigio

cm 94x123,5x62

 

 

A PAIR OF COMMODES WITH MEDALLIONS WITH BACCHUS AND CERES,. PARABIAGO, LAST QUARTER OF THE 18TH CENTURY

each with a hinged lifting panel concealing two drawers and a slim drawer under the grey/white marble top

cm 94x123,5x62

 

 

 

Provenienza:

Villa Soragna, Parco del Molgora

Collezione privata, Milano

 

 

Coppia di cassettoni neoclassici in legno impiallacciato e intarsiato, il fronte con pannello scorrevole a scomparsa celante due cassetti e un cassetto sottile sotto il piano in marmo grigio; nella fascia un meccanismo a molla che nasconde cassetti segreti; il pannello centrale decorato con busti di profilo raffiguranti Bacco e Cerere entro medaglione circolare affiancato da cornucopie terminanti in girali floreali, i fianchi con fiaccola fiorita sorretta da volute vegetali, la serratura con applicazione in bronzo dorato traforato a foglie; gambe piramidali.

L’inesauribile fonte di informazioni e fondamentale punto di riferimento sull’attività di Giuseppe Maggiolini e la sua bottega è la raccolta di disegni del Fondo Maggiolini conservata al Gabinetto delle Stampe e Disegni del Castello Sforzesco a Milano. Qui si trovano conservati disegni e lucidi preparatori per gli ornamenti destinati a essere realizzati sugli arredi, tramite l’intaglio di legni pregiati, dalla bottega di Giuseppe Maggiolini. Una caratteristica della bottega Maggiolini è l’utilizzo di modelli ornamentali ben codificati, modificati secondo le più svariate esigenze e abbinati a una grande varietà di intarsi, adattandosi così a diverse tipologie di mobili, funzioni e richieste dei committenti.

Il profilo di Bacco presente sul fronte di uno dei commodes trova un possibile modello in due disegni, uno a penna (Raccolta Maggiolini, coll. 223, gen. 469 – fig. 1a) e l’altro acquerellato a china, opera di Giovanni Tedesco (Raccolta Maggiolini, B 194 – fig. 1b). Il fronte decorato da un medaglione con un profilo maschile o femminile si riscontra inoltre in numerose altre opere della bottega Maggiolini, come un cassettone datato 1790 e conservato presso il Museo d’Arte applicata del Castello Sforzesco (già Museo Artistico di Milano, Morazzoni 1953, tav. XI – fig. 2), altri due esemplari della collezione Consonni a Malgrate, databili all’ultimo decennio del Settecento (Museo di Milano 1938, nn. 5-6, p. 28, tav. 2) e uno della collezione Feltrinelli, eseguito intorno al 1790 (Morazzoni 1953, tav. XVIII a).

Le cornucopie floreali che incorniciano i medaglioni sono un altro motivo ricorrente nell’opera di Maggiolini, come testimoniano alcuni disegni della già citata raccolta (Raccolta Maggiolini, coll. 178, gen. 206), alcuni dei quali pubblicati da Morazzoni (Morazzoni 1953, tav. C). Due cassettoni della collezione Ciniselli a Milano presentano identiche cornucopie con fiori affiancanti un tondo centrale, ma dipartentesi dall’alto e quindi con andamento contrario rispetto a quelle dei nostri esemplari (Museo di Milano 1938, tav. 13, nn. 29-30, p. 34). E ancora, le volute composte da foglie d’acanto, boccioli e un fiore che si dipartono da tali cornucopie si ritrovano in un disegno datato 1809 attribuito allo stesso Maggiolini (Dallaj 2005, p. 53, fig. 11), oltre ad altri disegni della sua bottega che riproducono la stessa composizione decorativa, fra cui uno di G. Levati (Raccolta Maggiolini, coll. 134, gen. 205; Morazzoni 1953, tav. LXXXI – fig. 3). G.A. Mezzanzanica, nella sua biografia su Maggiolini, oltre a segnalare alcuni tra i committenti più prestigiosi, come il conte Francesco Melzi d’Eril, vice-presidente della Repubblica e duca di Lodi, indica come fonte d’ispirazione alla quale fece riferimento il mobiliere lombardo una raccolta di incisioni eseguite da Carlo Lasinio nel 1789, raffiguranti varie decorazioni, fra le quali una può essere messa in relazione con l’esecuzione delle cornucopie qui presenti (Carlo Lasinio 1789, tav. 6). Anche la testa leonina da cui si dipartono le cornucopie è visibile in un disegno (Morazzoni 1953, tav. CXXI). Sempre sul fronte, sotto una sottile fascia a dentelli, ne corre un’altra con fiori su stelo alternati a due foglie acantiformi che si affrontano ai lati di una palmetta, elemento anch’esso riconducibile a un disegno del repertorio (Morazzoni 1953, tav. XCVIII). Sui fianchi dei cassettoni vi è una fiaccola contenente fiori di varia natura riprodotti in diverse tonalità di colore, dalla quale si dipartono volute vegetali. Questo tipo di ornamentazione, che riprende i tralci del pannello frontale semplificandoli, è visibile in molti disegni della raccolta, fra cui due firmati dallo stesso Maggiolini (Dallaj 2005, p. 72, fig. 32 e Morazzoni 1953, tav. CI). Un motivo simile è presente sul fronte di un comodino di una collezione privata milanese (Morazzoni 1953, tav. XXII). Interessante è anche la volontà di raffigurare in modo realistico i bouquet floreali: la grande attenzione alla riproduzione veridica delle specie botaniche è ben esemplificata dai numerosissimi studi di fiori, frutti e piante presenti nella raccolta Maggiolini: in particolare, in alcuni di essi sono raffigurati, anche se non composti in un mazzo, i tipi di fiori riprodotti su questi commodes, fra cui la coppia di girasoli, le rose e le campanule (Raccolta Maggiolini, coll. 227, gen. 516; coll. 237, gen. 526; Morazzoni 1953, tav. CXIV – fig. 4).

 

Bibliografia di confronto

Ornati presi da graffiti, e pitture antiche esistenti in Firenze, disegnati ed incisi in 40 rami da Carlo Lasinio Trevigiano, 1789;

G.A. Mezzanzanica, Genio e lavoro: biografia e breve storia delle principali opere dei celebri intarsiatori Giuseppe e Carlo Francesco Maggiolini di Parabiago, 1878;

Museo di Milano, Mostra commemorativa di Giuseppe Maggiolini, novembre-dicembre 1938, Milano 1938;

G. Morazzoni, Il mobile intarsiato di Giuseppe Maggiolini, Milano 1953;

A. Dallaj, Il disegno di ornato nella bottega Maggiolini, 2005, in “Civiche Raccolte d’Arte”, pp. 35-73.

 

 

A pair of wooden Neoclassic veneered and marquetry commodes, the front has a hinged lifting panel concealing two drawers and a shallow drawer beneath the grey marble top; the central panel decorated with the busts in profile of Bacchus and Ceres within a round medallion flanked by cornucopiae with floral scrolls; the sides with a flowering torch supported by scrolling foliage; with a foliate, gilt-bronze, openwork lock-plate; on square tapering legs.

The inexhaustible source of information and main reference for the activity of Giuseppe Maggiolini and his workshop is the collection of drawings in the Fondo Maggiolini preserved in the Gabinetto delle Stampe e Disegni in the Castello Sforzesco in Milan. We can there find drawings and preparatory tracings for the furniture ornamentation that was to be carved in fine woods by the workshop of Giuseppe Maggiolini. A specific trait of this workshop is the use of well-defined models, that could be modified according to the most diverse needs and combined with a large variety of  designs for inlay work, thus adapting to different types of furniture and functions, and to satisfy every patron’s need.

The possible model for the Bacchus profile, visible on the front panel of one of the commodes, could be either an ink drawing in the Raccolta Maggiolini (coll. 223, gen. 469 – FIG 1a) or an Indian ink and watercolour drawing by Giovanni Tedesco (Raccolta Maggiolini, B 194 – FIG. 1b). The front panel decorated with a medallion with a male or female profile can also be found in many other works executed by the Maggiolini workshop, such as the commode dated 1790 and now in the Museo d’Arte Applicata of the Castello Sforzesco (formerly Museo Artistico of Milan, Morazzoni 1953, pl. XI – FIG. 2), other two pieces in the Consonni collection in Malgrate, datable to the last decade of the 18th century (Museo di Milano 1938, nos. 5-6, p. 28, pl. 2) and one in the Feltrinelli collection, from around 1790 (Morazzoni 1953, pl. XVIII a).

The floral cornucopiae which frame the medallions are another recurrent motif in Maggiolini’s oeuvre, as proved by several drawings in the aforementioned collection (Raccolta Maggiolini, coll. 178, gen. 206), some of which published by Morazzoni (Morazzoni 1953, pl. C). Two commodes in the Ciniselli collection in Milan show, on either side of the central medallion, the same cornucopiae with flowers, but this time departing from above, and therefore with a different orientation compared to the ones in our two works (Museo di Milano 1938, pl. 13, nos. 29-30, p. 34). And again, we find the scrolling acanthus with a flower and buds that originate from the same cornucopiae in a drawing dated 1809 also attributed to Maggiolini (Dallaj 2005, p. 53, fig. 11), in addition to other drawings by his workshop that represent the same decorative composition, one of which by G. Levati (Raccolta Maggiolini, coll. 134. gen. 205; Morazzoni 1953, tav. LXXXI – FIG. 3). G.A. Mezzanzanica, in his biography on Maggiolini, besides listing some of his most eminent patrons, such as count Francesco Melzi d’Eril, vice-president of the Republic and duke of Lodi, specifies that the Lombard furniture-maker drew inspiration from a collection of engravings executed by Carlo Lasinio in 1789, representing different ornamental motifs, one of which can be compared with the cornucopiae here represented (Carlo Lasinio 1789, pl. 6). The leonine head from which the cornucopiae stem is also visible in another drawing (Morazzoni 1953, pl. CXXI). On the same front panel, below a slender dentil band, there is second band, inlaid with flowers on stalks alternating with acanthus-like leaves facing each other on either side of a palmette, another motif that can be linked to a drawing from Maggiolini’s repertoire (Morazzoni 1953, pl. XCVIII). A torch containing various kinds of flowers, designed using different colour tones, with foliate scrolls stemming from it, is inlaid on each side of the commodes. This type of ornamentation, that reproduces, in a simpler form, the scrolling foliage on the front panel, can be found in many drawings of the collection, as for example in two works signed by Maggiolini himself  (Dallaj 2005, p. 72, fig. 32 e Morazzoni 1953, pl. CI). A similar motif is visible on the front of a bedside table in a private Milanese collection (Morazzoni 1953, pl. XXII). The desire to realistically depict the flower bouquets is quite interesting: there are many examples of the great attention paid to the truthful representation of the botanical species in the numerous studies of flowers, fruit and plants in the Maggiolini collection: in several of these in particular, we find the same flower types, though not as a bunch, present on these commodes, such as the two sunflowers, the roses and the bluebells (Raccolta Maggiolini, coll. 227, gen. 516; coll. 237,  gen. 526; Morazzoni 1953, pl. CXIV – FIG. 4).

Comparative literature

Ornati presi da graffiti, e pitture antiche esistenti in Firenze, disegnati ed incisi in 40 rami da Carlo Lasinio Trevigiano, 1789;

G.A. Mezzanzanica, Genio e lavoro: biografia e breve storia delle principali opere dei celebri intarsiatori Giuseppe e Carlo Francesco Maggiolini di Parabiago, 1878;

Museo di Milano, Mostra commemorativa di Giuseppe Maggiolini, novembre-dicembre 1938, Milano 1938;

G. Morazzoni, Il mobile intarsiato di Giuseppe Maggiolini, Milano 1953;

A. Dallaj, Il disegno di ornato nella bottega Maggiolini, 2005, in “Civiche Raccolte d’Arte”, pp. 35-73.