CANESTRO DI FRUTTA
GIOVANNI DELLA ROBBIA, 1520-1525 CIRCA
Terracotta decorata in policromia a pigmento e invetriata.
Alt. cm 18; diam. cm 26.
La scultura è a forma di canestro con composizione di frutta. Il contenitore ha un'imboccatura ampia, con una strozzatura a metà del corpo e piede piano: limitazione del vimini nella struttura è accorta e dettagliata. La parte alta del contenitore ospita una grande quantità di frutta, di verdura e alcuni fiori: uva, melograno, cetriolo, limoni, noci, fiordaliso, fiori darancio e altro. La composizione è disposta con grande naturalezza e arricchita da elementi quali una piccola raganella verde e una lumaca.
Di questa tipologia sono conosciuti alcuni esemplari con varianti: si ricordano tra le altre la cestina del Museo Bardini di Firenze (1) attribuita a Giovanni della Robbia; le cestine esposte alla Mostra di Fiesole sui della Robbia (2), anchesse assegnabili al medesimo ambito; la cestina della collezione Cagnola di Varese di officina robbiana forse vicino a Giovanni o Luca della Robbia (3).
Questo tipo di oggetto si affianca alle produzioni non scultoree della bottega della Robbia, che comprendeva anche i vasi di gusto classicistico e i vasi con coperchio plasmato a guisa di cespo di fiori o di frutta, come ad esempio quello del Fitzwilliam di Cambridge, in cui ci pare di vedere una comunanza nello stile del decoro a frutta con il nostro cestino (4).
Queste opere dovevano probabilmente essere utilizzate come ornamento dellaltare o anche come gameli nuziali (5).
Giancarlo Gentilini ricorda come si tratti di una produzione limitata, dove i panieri erano realizzati a calco dal vero, mentre la frutta e gli animali da orto erano modellati, e assegna queste opere al periodo di Giovanni e Luca il Giovane nella prima metà del Cinquecento (6).
Qualche analogia va segnalata anche con un canestro, di dimensioni superiori al consueto, abitato come il nostro esemplare da piccoli animaletti, databile agli anni venti del Cinquecento per il modellato e le scelte cromatiche (7).
La produzione si nserisce in un preciso programma culturale dei della Robbia che ha un suo illustre precedente nellantichità classica, quando opere in terracotta raffiguranti i frutti della terra erano esposte nelle dimore per alludere alla fertilità e all'abbondanza (8).
1 GENTILINI 1992, inv.1923 n. 877, p. 281.
2 QUINTERIO in GENTILINI 1998, p. 279 n. III, 21a,b.
3 AUSENDA 1999, p. 165 n. 2.
4 POOLE 1997, p. 30 n. 10, attribuito a bottega di Andrea della Robbia.
5 GENTILINI 1992, p. 221.
6 GENTILINI 1998, pp. 221 e 359. Ne parla il Piccolpasso indicando le varie
tecniche della maiolica (PICCOLPASSO 1976, p. 87).
7 QUINTERIO in GENTILINI 1998, p. 280 n. III, 22.
8 GENTILINI 1980, p. 85.