PIATTO
URBINO, BOTTEGA FONTANA, 1550-1560 CIRCA
Maiolica dipinta in policromia con giallo, arancio, verde, blu di cobalto, bruno di manganese nei toni del nero e bianco di stagno.
Alt. cm 5,1; diam. cm 23,5; diam. piede cm 6,8.
Sul retro, al centro del cavetto, in blu di cobalto l'iscrizione Adamo et eva.
L’episodio raffigurato è quello della Tentazione narrato nella Genesi (1). Al centro del cavetto sta Satana, raffigurato come dracontopode (2), avviluppato a un albero dalla chioma allargata e con numerosi frutti, mentre sullo sfondo s’intravede un paesaggio lacustre con montagne dal profilo squadrato e piccoli paesi. A sinistra della scena, Eva è seduta su una roccia con la mano sinistra allungata verso il centro; di fronte a lei, sul lato destro, Adamo, parzialmente coperto da un manto sinuoso, allunga a sua volta la mano destra verso l’albero.
La scena è dipinta con maestria e con grande dominio della materia. Il decoro è ricco e ben distribuito, con una composizione che rispetta appieno la prospettiva, sfruttando completamente la forma del piatto. La fonte incisoria d’ispirazione del nostro esemplare, al momento, non è stata riconosciuta e ipotizziamo che si tratti forse di più incisioni o di una reinterpretazione.
L’episodio biblico fu spesso raffigurato in maiolica e ne sono testimonianza molti esemplari con modalità stilistiche diverse, come si può vedere, ad esempio, nel bel piatto urbinate esposto al Museo Fitzwilliam di Cambridge (3), che trova affinità con un vaso della farmacia della Sacra Casa di Loreto (4); entrambi sono ispirati a una medesima fonte incisoria, probabilmente presente nella bottega Fontana attorno al 1560. In questi confronti, Satana non assume le forme del mostro medievale, ma solo quelle del serpente.
Un confronto a nostro avviso prossimo ci deriva da un piatto del British Museum (5) attribuito alla bottega Fontana-Durantino e al periodo ascrivibile agli anni 1540-1560. Il piatto, affollato da figure, presenta affinità con il nostro, soprattutto nella disposizione del paesaggio: particolarmente vicini la forma delle montagne in lontananza che circondano la città con torri e l’insenatura del porto, che rispecchia quella presente nel nostro esemplare.
Un altro confronto ci è fornito dal piatto con Satiro che insegue una Ninfa del Victoria and Albert Museum, attribuito alla stessa bottega urbinate e datato tra il 1540 e il 1550: in esso ci pare di poter ravvisare le stesse modalità pittoriche del nostro esemplare sia nel delineare le figure, sia nel realizzare lo sfondo paesaggistico e i singoli elementi che lo compongono, quali la presenza di una montagna leggermente squadrata e di un villaggio non troppo esteso, adagiato su una costa dal profilo arrotondato e dalla consistenza erbosa.
Lo stile pittorico, la disposizione della scena tra due quinte, la forma delle montagne sullo sfondo e il modo di articolare il paesaggio su piani prospettici ben definiti sono tutte caratteristiche che ci inducono a collocare la bottega di produzione di quest’opera in ambito marchigiano e probabilmente urbinate. Alle particolarità sopra elencate, si aggiungono anche la resa delicata degli incarnati, la capacità di delineare le figure con grande perizia, le lumeggiature sottili delle forme, rese con colpi di luce sulla muscolatura, e i forti contrasti dovuti alle ombreggiature nei tratti del volto.
Il piatto compare nel catalogo di vendita Sotheby’s di Palazzo Capponi a Firenze del 1976 (6).
1 Genesi, 3,1-6.
2 Antica raffigurazione medievale che si riferiva a un essere leggendario, utilizzata nel Rinascimento per rappresentare Satana: questa modalità iconografica si riscontra ad esempio nella Cappella Sistina.
3 Inv. C1-1914, POOLE 1995, pp. 386-387 n. 420.
4 GIACOMOTTI 1974, p. 322 (il vaso). Il piatto del museo inglese e il vaso di Loreto sembrano entrambi ispirati alle stampe incise su legno da Hans Sebald Beham (1500-1550) per le otto edizioni di Biblisch Historien edite da Christian Egenolph a Francoforte sul Meno tra il 1533 e il 1557.
5 THORNTON-WILSON 2009, p. 31 n. 195.
6 SOTHEBY’S, Firenze, 22 ottobre 1976, lotto 41.