Dipinti dei sec. XIX-XX

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Pietro Luchini

€ 15.000 / 20.000
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Pietro Luchini
(Bergamo 1800 - Bologna 1883)
TANCREDI FERITO TROVATO DA ERMINIA
olio su tela, cm 350x300
firmato

Opera con il medesimo titolo è menzionata nel Comanducci, quarta edizione,
vol. III, p. 1765

"A riguardar sovra il guerrier feroce/la male avventurosa era
fermata,/quando dal suon della dolente voce/per lo mezzo del cor fu
saettata./Al nome di Tancredi ella veloce/accorse, in guisa debbra e
forsennata./Vista la faccia scolorita e bella,/non scese no, precipitò di
sella;/E in lui versò d'inessicabil vena/lagrime, e voce di sospiri
mista:/in che misero punto or qui mi mena/Fortuna? A che veduta amara e
trista?/Dopo gran tempo i'ti ritrovo appena,/Tancredi, e ti riveggio, e non
son vista;/vista non son da te, benchè presente;/e trovando ti perdo
eternamente." da Gerusalemme Liberata, canto XIX, CIV-CV

Quando la scintilla del genio brillando improvvisamente di tutto il suo splendore si sviluppa nell'anima d'un artista e con subita forza scuotendolo e infiammandolo, da quella bassa e greve atmosfera della mediocrità entro la quale, come nell'aere senza stelle di Dante, s'aggirano a tuorme
... l'anime di coloro
che vivon senza infamia e senza lode,
lo trasporta quasi un magico velo in più eccelse regioni a respirare l'etere purissimo del bello; allora come di domestica felicità esultar debbono tutti gli animi gentili, che teneri della patria gloria, costantemente e coi voti o coi fatti anelano e cooperano all'incremento di quelle scienze e di quelle arti, che la patria stessa a maggior gloria adducono. Una si giusta esultanza frammista alla più gradita sorpresa provammo noi, e con noi, pigmei dell'arte, molti giganti in fatto di gusto o di pittoriche discipline, in rimirando nella esposizione di quest'anno il bel dipinto di Pietro Luchini, rapprensentante il ferito Tancredi trovato da Erminia e dallo scudiero Vasrino. Il quadro è alto braccia quattro e largo braccia quattro, onc. nove, con le figure più del naturale; e la sua dimensione rendendone difficile l'allogamento nelle sale superiori del palazzo di Brera, venne il Luchini consigliato ad esporlo in compagnia dall'altre dieci minori sue opere in una delle sale terrene, detta dei gessi. Felice divisamento fu nel Luchini quello di scegliere ad argomento del suo grandioso lavoro uno dei più cari episodi della Gerusalemme, nel quale, la differenze di sesso, di età d'affetti, di nazione e quindi di costume offriva all'immaginazione del pittore un naturale aggruppamento di tre personaggi improntati da tre nobilissimi e svariati caratteri, i quali sebbene dalla sagacità dell'artista fra loro decisamente distinti, concorrono meravigliosamente a produrre una grave e commovente unità d'azione, che tutti appaga le esigenze dell'occhio e con estetica potenza scuota l'anima del riguardante. Chiunque affacciasi a quel dipinto, nè sia digiuno della bellezza del primo tra i poemi d'Italia e forse del mondo d'un solo sguardo s'avvede come l'intelletto e la mano del pittore siensi lasciati guidare dalla musa sublime, che cantò quell'affettuoso e tenero subjetto. [...]

cit.da Belle Arti, Esposizioni in Brera. Sul dipinto di Pietro Luchini rappresentante Tancredi
ferito trovato da Erminia e Varsino. Cenni di Ottavio Tasca, da Glissons, n’appuyons pas. Giornale, anno I, n.35, 20 settembre 1834