Attribuito al Maestro di Fontanarosa
(attivo a Napoli nel II-III decennio del sec. XVII)
GIUSEPPE E LA MOGLIE DI PUTIFARRE
olio su tela, cm 115x170,5
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Del dipinto qui presentato se ne conoscono almeno due versioni: una prima, pubblicata da Ferdinando Bologna in Battistello Caracciolo e il primo naturalismo a Napoli, catalogo della mostra, Napoli 1991, come Maestro di Fontanarosa, p. 119, fig. 115 (il dipinto è detto già di una collezione privata napoletana). Una seconda versione uguale, ma molto inferiore come qualità , è su tela e misura cm. 148 x 186; appartenente ad una collezione privata di Lecce è stata pubblicata da Antonio Cassiano in Echi caravaggeschi in Puglia, catalogo della mostra a cura di A. Cassiano e F. Vona, Lecce 2010, pp. 40-41, n. 16 come Maestro di Fontanarosa (qui attribuito). Per una discussione su entrambi i dipinti si veda, ora, Stefano Causa, ‘Echi caravaggeschi in Puglia’: qualche considerazione e aggiustamento di tiro (con un richiamo alle recenti rassegne seicentesche tra Napoli, Bari e le terre salentine), in ‘Kronos’, 14, 2011, pp. 159-186.
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(attivo a Napoli nel II-III decennio del sec. XVII)
GIUSEPPE E LA MOGLIE DI PUTIFARRE
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Del dipinto qui presentato se ne conoscono almeno due versioni: una prima, pubblicata da Ferdinando Bologna in Battistello Caracciolo e il primo naturalismo a Napoli, catalogo della mostra, Napoli 1991, come Maestro di Fontanarosa, p. 119, fig. 115 (il dipinto è detto già di una collezione privata napoletana). Una seconda versione uguale, ma molto inferiore come qualità , è su tela e misura cm. 148 x 186; appartenente ad una collezione privata di Lecce è stata pubblicata da Antonio Cassiano in Echi caravaggeschi in Puglia, catalogo della mostra a cura di A. Cassiano e F. Vona, Lecce 2010, pp. 40-41, n. 16 come Maestro di Fontanarosa (qui attribuito). Per una discussione su entrambi i dipinti si veda, ora, Stefano Causa, ‘Echi caravaggeschi in Puglia’: qualche considerazione e aggiustamento di tiro (con un richiamo alle recenti rassegne seicentesche tra Napoli, Bari e le terre salentine), in ‘Kronos’, 14, 2011, pp. 159-186.
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