Bernardino Nocchi
(Lucca 1741-Roma 1812)
ISACCO BENEDICE GIACOBBE
olio su tela, cm 106,5x166
Il dipinto è corredato da parere scritto di Alessandro Agresti, Roma, 20 ottobre 2012, di cui si riportano di seguito alcune brevi note:
L'opera qui presentata è da riferire secondo lo studioso alla produzione della prima maturità dell'artista, intorno al nono decennio del Settecento, in quanto: "Simili modi di impaginare la scena sono in opere successive, come Il transito di San Giuseppe nella chiesa di San Secondo a Gubbio (databile al nono decennio del Settecento) [...] e, soprattutto, La morte di Sant’Anna licenziata per l’arcivescovado di Lucca (tav.II) (1790-1800), quasi una riedizione di maggiore complessità compositiva del dipinto di cui si scrive". Il nostro quadro si distingue "rispetto al Transito di San Giuseppe e alla Morte di Sant’Anna, per una maggiore morbidezza delle forme, memore di retaggi tardo barocchi, e per il non celato ascendente di Pompeo Batoni e Domenico Corvi, elaborato in modo assolutamente personale. La scena è ambientata sotto una tenda, nella luce calda e tersa, e colpisce l’assoluta padronanza dello spazio dimostrata dall’artista.[...] Malgrado l’ambientazione umile e dimessa Nocchi riesce a dare monumentalità e solennità a questa raffigurazione biblica, ricostruita nel suo svolgersi con acribia quasi filologica: il racconto delle sacre scritture si trasforma in evento storico realmente accaduto, con un approccio alla religione assolutamente moderno, illuminista, si direbbe, a dimostrazione delle grandi capacità dell’artista lucchese, che con quest’opera ribadisce il suo ruolo di primo piano nella pittura romana – e non solo – del suo tempo".