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Francesco Furini

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Francesco Furini
(Firenze 1603-1646)
NESSO E DEIANIRA
olio su tela, cm 116x176
sul retro bollo in ceralacca sul telaio e uno sulla cornice ed etichetta relativa alla provenienza
 
Il dipinto è corredato da parere scritto di Sandro Bellesi, Prato, 9 marzo 2013, di cui si riportano di seguito le parti salienti:
 
“ (..) I caratteri stilistici e la conduzione pittorica consentono di poter assegnare convincentemente l’opera al catalogo autografo di Francesco Furini, personalità artistica tra le più amate e apprezzate dai critici sei-settecenteschi e contemporanei. (..) Autore di intriganti favole mitologiche, di seducenti immagini allegoriche e di eleganti raffigurazioni sacre, Francesco Furini fu, nel corso degli anni, molto richiesto dai committenti fiorentini più esclusivi, tra i quali comparivano, non a caso, anche i più colti membri di Casa Medici. L’entrata nel mondo ecclesiastico, avvenuta nel 1633, non impedì al pittore di proseguire la sua attività, orientata sempre più verso un tipo di pittura morbida e dolcemente sfumata, caratterizzata in gran parte da immagini languide e maliziosamente sensuali. Carico di onori, Francesco Furini, il cui stile rimase vivo negli allievi fin quasi al termine del secolo, morì nella città natale nel 1646 (per una traccia biografica sull’artista e il corretto catalogo delle sue opere si veda Bellesi, 2009, I, pp. 153-155 e II, figg. 691-707; con bibliografia precedente).
Interessante e inedita acquisizione al catalogo pittorico dell’artista, l’opera, in buono stato di conservazione, è da ritenersi, alla luce attuale delle conoscenze, un’importante replica autografa di una tela eseguita nel 1631 per la collezione Riccardi a Firenze, passata nel 1680 nella Galleria Corsini dove è tuttora conservata (Cantelli 2010, p. 109 n. 27). Di formato leggermente maggiore rispetto al dipinto finora noto (che misura cm 116 x 158), l’opera, proveniente anch’essa da una storica collezione fiorentina, mostra dati stilistici ed esecutivi caratteristici della fase giovanile dell’artista. Deferente tipologicamente ai modelli tratti dall’antichità classica e dalla statuaria fine-cinquecentesca fiorentina del Giambologna e della sua cerchia, la tela, come l’esemplare Corsini, mostra affinità dirette con altre interessanti composizioni realizzate da Furini più o meno nello stesso tempo, come l’Ila e le ninfe nella Galleria Palatina a Firenze e la Giuditta con Oloferne e l’ancella Abra in Palazzo Barberini a Roma: opere databili intorno alla metà degli anni trenta”.
 
Bibliografia di riferimento: S. Bellesi, Catalogo dei pittori fiorentini del ‘600 e ‘700. Biografie e opere, Firenze 2009, G. Cantelli, Francesco Furini e i furiniani, Ponderera/Pisa 2010.