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Taddeo Baldini

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Taddeo Baldini
(Firenze 1623-1694)
LINCO SORREGGE DORINDA FERITA DA SILVIO
olio su tela, cm 158x202,5
 
Il dipinto è corredato da parere scritto di Sandro Bellesi, Prato, 25 gennaio 2013
 
"Questo grande dipinto, in buono stato di conservazione, presenta in primissimo piano, entro un paesaggio boschivo digradante verso un ameno sfondo collinare rischiarato da un’avvolgente luce dorata, un gruppo costituito da tre figure e un cane. Grazie alla particolarità delle pose dei personaggi è possibile ricondurre la scena qui illustrata a un passo tratto dal Pastor Fido di Giovanni Battista Guarini (atto IV, scena IX), nel quale la ninfa Dorinda, ferita accidentalmente da Silvio, è sostenuta dall’anziano Linco. La scena in conformità con il testo guariniano presenta il momento nel quale il pastore Silvio, seguito dal fedele cane Melampo, invoca il perdono di Dorinda e le rivela, al contempo, il suo profondo amore. Ricca di lirismo interpretativo, la scena si qualifica, soprattutto, per l’intrigante gestualità dei personaggi, colti in pose enfatiche che, conformi al più tipico linguaggio descrittivo di età barocca, infondono all’episodio un tocco di enfatica teatralità.
La tela, frutto di un linguaggio artistico colto e garbatamente eclettico, mostra caratteri stilistici tipici della scuola pittorica fiorentina della metà del Seicento, indirizzati, in particolare, verso le formule stilistiche e figurative di Taddeo Baldini, autore dell’opera, figura artistica di indubbio charme riemersa all’attenzione della critica solo in tempi recenti.
Nato a Firenze nel 1623, Taddeo fu introdotto in giovane età allo studio della pittura nella scuola di Matteo Rosselli, dalla quale si distaccò in un tempo prossimo al 1648, anno d’immatricolazione all’Accademia del Disegno, nota istituzione cittadina dove gli fu subito conferito l’ambito titolo di accademico. Apprezzato dai committenti del tempo per le intense raffigurazioni sacre e profane condotte con notevole perizia pittorica e descrittiva, il Baldini mostrò contatti lessicali stringenti con alcuni dei maestri locali più importanti, in particolare Vincenzo Dandini, Lorenzo Lippi e Giovanni Martinelli, figure di punta della pittura fiorentina alla metà del secolo. Autore di opere apprezzate oggi solo in parte identificate, l’artista morì nella città natale nel 1694 (Bellesi 2009, I, p. 75).
Interessante acquisizione al catalogo del Baldini, l’opera, sulla quale non abbiamo informazioni documentarie relative alla sua provenienza originaria, trova una collocazione cronologica adeguata negli anni sessanta del Seicento, tempo nel quale l’artista fu impegnato nella realizzazione delle pale con la Madonna del Rosario in Santa Maria a Collebarucci a Barberino del Mugello e con Santi in preghiera e le anime del Purgatorio in Santa Maria Novella a Marti, in territorio pisano. Con queste opere, databili tra il 1664 e il 1666, la tela in esame mostra, in effetti, analogie palmari nella resa tipologica delle figure, nella rigidità di alcuni passaggi dei panneggi delle vesti e nella definizione delle dita allungate delle mani, solitamente definite con maggior rigore anatomico".
 
Bibliografia di riferimento: S. Bellesi, Catalogo dei pittori fiorentini del ‘600 e ‘700. Biografie e Opere, Firenze 2009, I, p. 75; con bibliografia precedente.