COPPIA DI VASI A VERSATOIO CON STEMMA DEMIDOFF, PARIGI, ULTIMO QUARTO DEL SECOLO XIX
in terracotta, rilievi alla barbotine e smalto piombifero. I due vasi hanno una foggia a versatoio di gusto neorinascimentale con un mascherone di satiro collocato sotto il versatoio e anse foggiate a forma di sirene. Il corpo è decorato da putti, animali e racemi fioriti a rilievo. Al centro sui due lati del corpo racchiusi in medaglioni circolari campeggia lo stemma della famiglia russa Demidoff: stemma formato da due lettere “D” capitali che s’incrociano trasversalmente, che si ritrova anche su un noto servito di vasellame Richard-Ginori della fine XIX secolo, espressamente eseguito per i Demidoff. Lo stesso blasone si riconosce pure in alcune foto antiche che ritraggono dei tendaggi appesi nei saloni della Villa Demidoff di San Donato. La villa fu eretta dal magnate russo Nicola Demidoff che tra il 1825 e il 1827 aveva rilevato l’antico monastero di San Donato in Polverosa, ubicato fuori dalle mura medievali di Firenze e documentato dal 1154, ormai abbandonato a causa delle soppressioni napoleoniche degli istituti religiosi del 1810. L’architetto Giovan Battista Silvestri fu incaricato di realizzare sui resti del monastero una grande villa in stile neoclassico dotata di un ampio parco. In seguito Anatolio Demidoff portò a termine la costruzione della suntuosa residenza, che fu arredata con opere di pregio. La successiva gestione di Paolo II Demidoff si ricorda soprattutto per la grandiosa asta delle raccolte d’arte della villa (1880), per la quale accorsero a San Donato nobili, collezionisti, antiquari ed emissari di musei internazionali, e per la vendita della residenza familiare nel 1881, prima di trasferirsi a Pratolino (dove ancora oggi è villa Demidoff). Per morfologia, materia e stile si pensa che i due vasi possano essere attribuiti alla manifattura di Thomas Victor Sergent, eccellente imitatore di Palissy attivo a Parigi tra il 1870 e il 1885, noto sia per le raffigurazioni naturalistiche sia per i pezzi di forma con personaggi, in particolare per l’uso di cariatidi nelle sue opere. Egli con Victor Barbizet (attivo tra il 1850 e il 1880) e George Pull (1810-1889 ) è tra i migliori rappresentanti della scuola di Parigi. I due grandi vasi provengono con grande probabilità dagli arredi dispersi della villa di san Donato e si pensa che possano essere stati prodotti attorno agli anni settanta dell’Ottocento, quando la villa era sotto la gestione di Anastasio Demidoff; alt. cm 61, largh. massima cm 31, diam. piede cm 17,5
Bibliografia di confronto:
C. Gendron, Les imitateurs de Bernard Palissy au XIXe siècle, in Albineana, Cahiers d'Aubigné, 4, 1992. Bernard Palissy (1510-1590). L’écrivain, le réformé, le céramiste, pp. 201-206;
M.P. Katz, R. Lehr, Palissy ware: nineteenth-century French ceramists from Avisseau to Renoleau, Londra 1996, p. 137 n. 167;
Bisogni F., Note su Nicola Demidoff e la villa di San Donato, in Tonini L. (a cura di), I Demidoff a Firenze e in Toscana, Firenze, 1996, p. 87 fig. 29;
M. Marini, Il monastero di San Donato in Polverosa (Firenze) fra Medioevo e Rinascimento. Fonti storiche ed archeologiche, “Atti e Memorie della Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria” (1997)”, LXII, Firenze 1998, pp. 87-127