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Maestro degli Album Egmont

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Maestro degli Album Egmont

(Paesi bassi, attivo nella seconda metà del XVI secolo)

SACRA FAMIGLIA CON SAN GIOVANNINO E L’ANGELO

Penna e inchiostro bruno su carta vergellata con filigrana

“Pellegrino con bastone entro un cerchio singolo”. mm 305x214.

Al recto in basso a sinistra attribuzione in antica grafia non ben

decifrabile.

Provenienza:

G. Vallardi, Milano (Lugt, 1223. Timbro al recto)

G. Locarno, Milano (Lugt, 1691. Timbro al verso)

G. Pacini, Firenze (Lugt, 2011. Timbro al verso)

 

Il Maestro degli Album Egmont deve il suo nome al gruppo di

disegni incluso nei sei album messi insieme da John Perceval,

First Earl of Egmont (1683-1748), confluiti nella Yale University

Art Gallery, New Haven, nel 1957. Egli è da annoverare tra i più

prolifici disegnatori di area nord-europea attivi negli ultimi decenni

del Cinquecento. Il suo corpus comprende varie decine

di disegni, eseguiti in tecniche differenti. I nuclei più consistenti

sono conservati nel Département des Arts Graphiques del Louvre

en nel Kupferstich-Kabinett di Dresda. Da sempre, a cominciare

da Philip Pouncey, i grandi conoscitori sono stati colpiti

dalla forte personalità del Maestro degli Album Egmont. Ciò non

toglie che l’identità del anonimo disegnatore rimane tuttora da

stabilire con esattezza. Uno dei disegni del Louvre offre un importante

aggancio per la ricostruzione della carriera dell’artista,

in quanto il foglio inv. 11287, raffigurante il Riposo durante la

Fuga in Egitto, risulta preparatorio a un’incisione di Crispijn de

Passe, pubblicato a Colonia intorno a 16001. La stampa fornisce

il nome dell’inventor in forma abbreviata “Quinten d M”; un’abbreviazione

che gli specialisti per adesso non hanno potuto

sciogliere. (Resta purtroppo incerta un eventuale rapporto di

parentela con l’incisore Raphael de Mey che sembra aver tradotto

in stampa alcuni disegni del nostro, come ho spiegato

altrove)2. Quasi sicuramente “Quinten d M” faceva parte della

nutrita comunità di artisti fiamminghi e olandesi nella città di

Colonia. La sua provenienza dai Paesi Bassi è testimoniata dalle

iscrizioni in grafia neerlandese che troviamo su due disegni: un

foglio conservato nel Castello di Loppem in Belgio, e un disegno

appartenente alle collezioni dell’Università di Leiden3. In passato,

Nicole Dacos aveva ricondotto l’attività del nostro disegnatore

a Napoli, proponendo un’identificazione del Maestro degli

Album Egmont con Dirck Hendricksz Centen, meglio noto come

Teodoro d’Errico4. Tale ipotesi è da scartare definitivamente

dopo la scoperta di un disegno autografo di Teodoro, apparso

nell’asta Sotheby’s di Londra del 15 luglio 2012 al lotto no. 14,

perché tale foglio è stilisticamente molto distante dai modi disegnativi

del nostro.

Non per questo non si possono ignorare legami molto forti tra

l’opera grafica del maestro degli Album Egmont e la tradizione

figurativa italiana del Cinquecento. Come tanti altri artisti della

sua generazione il Maestro ebbe un profondo interesse per

l’arte italiana, che si esprime in continui prestiti compositivi da

prototipi italiani. Mentre per i disegni a matita nera il disegnatore

fece spesso ricorso ad incisioni da Raffaello, nei disegni

eseguiti a penna e pennello gli elementi di matrice italiana sembrano

essere il risultato dello studio diretto di opere come la

Deposizione della Croce di Daniele da Volterra o la Flagellazione

di Taddeo Zuccari. Possiamo dunque ipotizzare una sua permanenza

a Roma, che spiegherebbe pure la forza dinamica dei

suoi disegni migliori.

Il presente disegno appartiene al gruppo ristretto di disegni eseguiti

a penna e inchiostro in combinazione con ampie acquerellature

a pennello. L’attribuzione di questo foglio al Maestro

degli Egmont, avanzato per la prima volta da Nicolas Turner,

può essere confermato in base a confronti precisi. I fogli a esso

più vicini sono la Flagellazione di Cristo conservato nel Rijksprentenkabinet

di Amsterdam, già nella collezione dl Philip Pouncey5

e la Toletta di Venere nel Gabinetto Disegni di Brunswick6. Possiamo

notare numerose affinità a livello tecnico-disegnativo: l’esecuzione

molto nervosa delle parti eseguite a penna, l’applicazione

molto libera delle acquerellature, il modo approssimativo

di tracciare i piedi e le mani. Caratteristico del Maestro è pure

la sommaria indicazione dell’ombelico della Vergine e i veloci

tratteggi curvi che indicano le pieghe della sua veste. Il fascino

particolare del presente disegno sta nell’attenta distribuzione

della luce. Le parti lasciate bianche fanno emergere la Madonna

e il Bambino e tale accentuazione accompagna felicemente il

movimento diagonale dal basso verso l’alto. Di raffinato gusto

manierista sono le figure di Giuseppe, che inclina in avanti mentre

appoggia la testa sul palmo della mano, e l’angelo con le ali

dispiegate che fanno da cornice all’elegante testa con i cappelli

in movimento. Filologicamente l’angelo richiama il linguaggio di

Bartholomeus Spranger, il più rinomato dei manieristi del Nord.

In simili particolari il tratto grafico diventa molto leggero. E’ da

evidenziare, infatti, che l’utilizzo della penna è estremamente

variegata e spontanea.

Prof. dr. Gert Jan van der Sman

1 E. Starcky, Inventaire général des dessins des écoles du Nord: écoles allemande,

des Anciens Pays-Bas, flamande, hollandaise et Suisse, XVe -

XVIIIe siècles (supplément aux inventaires publiés par Frits Lugt et Louis

Demonts), Paris 1988, p. 97, n. 100.

2 G.J. van der Sman , Meester van de Egmont Albums, Jona die door God

wordt toegesproken, in: “Delineavit et Sculpsit” 18 (1997), p. 10.

3 Ibid., pp. 7-10 e S. Alsteens, in: L. Wolk-Simon e C. Bambach (a cura di),

An Italian journey. Drawings from the Tobey Collection, Correggio to Tiepolo,

cat. della mostra, New York, Metropolitan Museum of Art, 2010, p. 132

note 3.

4 N. Dacos, Le Maître des Albums Egmont: Dirck Hendricksz Centen, Oud

Holland 104 (1990), pp. 49-68.

5 M. Schapelhouman, Nederlandse tekeningen omstreeks 1600/Netherlandish

drawings circa 1600 (Catalogus van de Nederlandse Tekeningen in het

Rijksprentenkabinet, Rijksmuseum, Amsterdam ; III), Amsterdam 1987, pp.

178-180, n. 106.

6 G.J. van der Sman, Observations on the Master of the Egmont Albums, in:

“Fiamminghi a Roma 1506-1608.” Proceedings of the Symposium held

at Museum Catharijneconvent, Utrecht, 13 March 1995, Firenze 1999,

p. 47, fig. 2.