Cerchia di Tommaso Salini, prima metà sec. XVII GIOVANE CHE VERSA LACQUA IN UN BACILE CIRCONDATO DA ANATRE, TACCHINI, UN CANE, UN CONIGLIO E UNA TARTARUGA olio su tela, cm 146x196 sul retro: vecchia etichetta con iscrizione a bistro: Peasant Boy Feedin Poultry/ Velasquez/ from cardinal Marcos collection ed altra etichetta con iscrizione: I ..ve this picture painted by Velasques to my dear wife Arabella Waithman in consideration of my great love for her and for the a( of one shilling of lawful money paid by her to me the twenty seventh day of Genuary 1908. Rob. W. Waithman Provenienza: già collezione cardinale Marcos; collezione Arabella Waithman e Robert William Waithman, Galway Il dipinto è corredato da parere scritto di Alberto Cottino, Torino, 18 febbraio 2012 Questa tela inedita di notevoli dimensioni e di qualità sostenuta raffigura un ragazzo in atto di versare dellacqua in un grande recipiente per dissetare alcuni animali domestici (oche, anatre, tacchini, coniglio, cane, maialino, mentre in primo piano a sinistra si distingue una tartaruga). La scena si svolge in una stanza rustica e disadorna, in cui si scorge solo una semplice sedia di legno impagliata (a destra). Un complesso sistema di diagonali (tra loca a destra e il cane in fondo e tra loca e la tartaruga a sinistra e la sedia) dilata in maniera impeccabile la profondità dello spazio, che ha come fulcro il grande recipiente circolare al centro. Memorie caravaggesche si possono notare soprattutto nel nitido taglio di luce che inonda il primo piano segnando in diagonale il muro di fondo della stanza, accarezzando naturalisticamente le piume delle oche e delle anatre e stagliando sulla penombra il viso e il ginocchio del giovane e il bellorcio in terracotta. Il soggetto tuttavia sinserisce con difficoltà nel contesto della vulgata caravaggesca: potremmo definirlo un momento di vita quotidiana contadina, un soggetto di genere, dunque, per cui è probabile che lartista non possa essere considerato un vero e proprio seguace del Merisi, ma forse un epigono un po più tardo, quando nel panorama della pittura italiana si stava facendo strada anche questo nuovo genere pittorico. Il dipinto infatti sinserisce indubitabilmente allinterno di un cospicuo gruppo di tele spesso di grandi dimensioni e di taglio narrativo che raffigurano contadini e contadine che abbeverano animali, oppure fanciulli che giocano (quasi sempre con animali: soggetto pressoché inedito nel contesto della pittura dellepoca), o sono assaliti da cani o ancora si riposano durante la caccia. Non abbiamo documentazione alcuna sul nome dellautore (più probabilmente si tratta di una ben organizzata bottega) né sul luogo e sulla data di esecuzione di queste affascinanti scene (Roma? Terzo - quarto decennio del Seicento?). Fino a poco più di ventanni fa rimanevano nellanonimato o erano attribuite ai più disparati artisti, da Jacopo da Castello, a Jacobus Victor, a Giovanni Agostino o Niccolò Cassana (curiosamente tutti artisti gravitanti in area veneta), senza che si avesse la coscienza di un corpus ben definito. Nel 1989, tuttavia, un articolo di Vittoria Markova rilanciava la questione in tuttaltra direzione, riunendo già un consistente gruppo ed ascrivendone la maggior parte allo storico rivale di Caravaggio Tommaso Salini (V. Markova, 1989). La studiosa partiva da una tela capostipite conservata nella collezione inglese di P. J. Drury Lowe a Locko Park (Derbyshire), raffigurante Ragazzi che giocano con il topo e il gatto, già attribuita a Orazio o Artemisia Gentileschi e poi spostata da Giuseppe de Vito allo spagnolo Pedro Nuñ de Villavicencio, argomentandone lappartenenza al Salini nel periodo tardo della sua attività in quanto supera il caravaggismo, indicando nuove vie di sviluppo della pittura di genere. La stessa studiosa qualche anno dopo riprendeva il problema aggiungendo altre opere (V.Markova, 2002). Negli anni successivi lascrizione a Salini non è stata accettata dalla maggioranza degli storici (ad esempio è stata ripresa per alcuni dipinti lattribuzione a Pedro Nuñ ed è stata decisamente confutata di recente da Franco Paliaga (R. Gonzalez Ramos, 1999; F. Paliaga, 2009). Si tratta in ogni caso di un gruppo estremamente omogeneo di soggetti, in cui spesso si notano iterazioni di elementi figurativi identici (tratti evidentemente da cartoni), che configurano alcune di queste opere come veri e propri montaggi. La grande oca a destra nel nostro quadro, infatti, ricompare uguale almeno altre tre volte, in un Ragazzo con uccelli e animali da cortile (già Londra, mercato antiquario), in una Donna con galline, anatre e un gatto (già Londra, mercato antiquario) in cui si scorgono anche identiche le due anatre qui poste in primo piano e in un Giovane con sasso, volpe, galline e oca (Sarzana, collezione privata), dove si ripete il coniglietto in scorcio presente anche in questo dipinto. Anche il rustico pavimento in mattonelle si ritrova analogo in alcune di queste tele. Se nella cospicua serie di quadri di questo tipo il pittore animalista sembra lo stesso, non lo si può asserire con certezza per il figurista, anche se dobbiamo giocoforza studiare molte di queste opere solo da fotografie. Il problema, anche a trattarlo nellestrema sintesi di questa scheda, resta tuttavia ancora molto complesso, ed investe anche lo stimolante tema della nascita e diffusione della pittura di genere. La figura di Tommaso Salini rimane in ogni caso ancora una sorta di nervo scoperto della storiografia artistica sul Seicento, e mi pare che si sia ancora lontani da una ricostruzione accettabile, nonostante molte