Dipinti, Disegni e Sculture dei secc. XIX e XX

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Angelo Morbelli

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Angelo Morbelli (Alessandria 1853-Milano 1919) REFETTORIO DEL PIO TRIVULZIO olio su tela, cm 51x40,5 firmato e datato 1917 Il dipinto, del quale si conosce anche una successiva redazione, datata 1919, appartenente al Museo Città di Milano e del tutto simile, anche nelle dimensioni (si veda a tale proposito, Angelo Morbelli tra realismo e divisionismo, catalogo della mostra a cura di A. Scotti Tosini, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, 2001, tav. p. 91 e scheda pp. 147-148 n. 91), a quella presentata in questa asta, è uno degli ultimi lavori dell'artista sul tema del Pio Albergo Trivulzio diMilano, motivo pittorico che più di ogni altro ha reso famoso l'autore. Il quadro è stato realizzato dal pittore mediante l'utilizzo di una vecchia fotografia, ora di proprietà degli eredi, scattata dallo stesso artista all'interno dell'ospizio milanese probabilmente all'inizio del'900, quando Morbelli riprende a dipingere al Trivulzio, fotografia in cui la quadrettatura indica l'intenzione dell'autore di trasporre il soggetto sulla tela (per una riproduzione della fotografia si veda AngeloMorbelli, catalogo della mostra a cura di L. Caramel, Alessandria, Palazzo Cuttica, 1982, p. 16). Al tema del refettorio del Trivulzio Morbelli si è tuttavia dedicato anche precedentemente, fin dal 1884, quando un dipinto su questo motivo, ora verosimilmente identificabile con una tela in collezione privata milanese, almeno a giudicare dalla accurata descrizione di Luigi Chirtani in Corriere della Sera (si veda L'esposizione alla Patriottica, 27-28 dicembre 1884), viene presentato alla Società degli Artisti e Patriottica, e quindi più tardi, nel 1903, data cui è riferibile una tela di analogo soggetto, sostanzialmente vicina alla scena ripresa nella fotografia, scena che il pittore ha visualizzato con un linguaggio felicemente sciolto e vivace (per una riproduzione di questo si veda Arte e lavoro dal verismo al neorealismo, catalogo della mostra a cura di G. Anzani e F. Poli, Aosta, Museo Archeologico regionale, 2000, p. 46). Dipinto, questo, al quale è strettamente riconducibile nella impostazione della scena raffigurata il refettorio del 1917 proposto in questa asta, il quale tuttavia presenta un taglio compositivo, orientato in senso verticale, che rimanda in modo diretto alla fotografia cui si è fatto cenno. Quanto al linguaggio pittorico è opportuno sottolineare come esso rispecchi puntualmente quello dell'ultimo Morbelli, che infatti durante la tarda attività ritorna con una certa continuità a una pittura a impasto associata in un giusto equilibrio a un divisionismo a questa data più che ollaudato e fattosi ora, per esigenze espressive, più corsivo e accelerato, in un tentativo estremo di ridare vitalità a quella ricerca sul vero che egli ha perseguito fin dagli anni ottanta e che in seguito il tessuto divisionista ha fin troppo raggelato e anche l'utilizzo della fotografia deve essere valutato in questo senso, dal momento che nel clima dell' '800 positivista, nel quale Morbelli si è formato, essa, sotto l'aspetto scientifico,  non è se non il mezzo attraverso cui la natura, tramite i suoi stessi strumenti, cioè grazie alla luce del sole, provvede alla riproduzione automatica di se stessa (M. Miraglia, Note per una storia della fotografia italiana, in Storia dell'Arte italiana, Torino 1981, vol. IX, p. 436) e a quella fede nella sperimentazione che ha connotato il suo lavoro, trattenendolo sempre al di qua della registrazione del mero dato naturalistico. Il dipinto è stato inserito nel catalogo generale dell'opera di Angelo Morbelli, in corso di preparazione a cura di Giovanni Anzani. Giovanni Anzani Mariano Comense, 20 febbraio 2009