Marco Cardisco
(Tiriolo, 1486 circa – Napoli, 1542 circa)
MADONNA COL BAMBINO
(al centro) olio su tavola, cm 176x88,5
I SANTI GIOVANNI BATTISTA E SEBASTIANO
(nei laterali) olio su tavola, cm 176x61,5 ciascuno
ANNUNCIAZIONE E NATIVITÀ
(nella lunetta) olio su tavola, cm 130x248
CRISTO MORTO TRA GLI APOSTOLI
(nella predella) olio su tavola, cm 37x234
entro cornice originale, cm 400x275 complessivamente
Provenienza
Venezia, Semenzato, asta 11 dicembre 1988, n. 29
Collezione privata
Bibliografia
P.L. Leone de Castris, Un pannello di Marco Cardisco alla Walters Art Gallery, in The Journal of the Walters Art Gallery 47, 1989, pp. 13-20 (specificamente pp. 18-19, fig. 13; p. 20, nota 13.
Passato in asta da Semenzato come opera di Andrea Sabatini, detto Andrea da Salerno (1480/90 – Gaeta 1530) e come tale dichiarato opera di particolare interesse storico-artistico dal Ministero per i Beni Culturali, l’importante polittico qui in esame è stato ricondotto più correttamente al catalogo di Marco Cardisco da Pier Luigi Leone de Castris, il più autorevole studioso della pittura del Cinquecento nel Regno di Napoli, che al pittore calabrese ha dedicato numerosi e illuminanti interventi ancor prima di riferirgli la tavola con i Dottori della Chiesa (Agostino, Girolamo e Gregorio) nella Walters Art Gallery di Baltimora, occasione per ritornare sulle opere tarde dell’artista, tra cui il polittico qui presentato.
Unico artista meridionale, insieme allo scultore Santacroce, a cui Vasari – a Napoli egli stesso nel 1544 – ritenne di dedicare una “vita”, Cardisco fu presumibilmente attivo fin dal secondo decennio del secolo, a giudicare dalle opere più antiche riferibili al suo catalogo, quali l’Adorazione dei Magi già in Santa Barbara a Castelnuovo (Napoli, Museo di San Martino), e la Madonna col Bambino presso la Galleria Sabauda di Torino. In quest’ultima convivono classicismo raffaellesco e motivi leonardeschi portati a Napoli circa il 1515 da Cesare da Sesto e da Pedro Fernandez, lo pseudo-Bramantino: elementi che torneranno ad affiorare nel suo lessico figurativo ancora alla metà degli anni Trenta, quando più verosimilmente può situarsi il nostro dipinto.
I documenti che si riferiscono all’attività di Marco Cardisco riguardano l’esecuzione di opere destinate alle chiese di Napoli e del Regno, molte delle quali – conservate nelle sedi originarie o ricomposte nel Museo Nazionale di Capodimonte – possono confrontarsi col polittico qui esaminato anche per la ricchezza e complessità dell’insieme: vere e proprie “macchine sceniche” su più piani, tra cui la più nota è quella portata a termine nel 1533 per la chiesa di Sant’Agostino alla Zecca (Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte) in cui compare, nella Madonna in gloria d’angeli nel registro superiore, il tipo della Vergine ripetuto nell’Annunciata e nella Natività del nostro dipinto, mentre gli Apostoli nella predella costituiscono un immediato precedente per i nostri in analoga posizione.
Puntuali i confronti proposti da Leone de Castris tra la Natività al vertice della nostra pala e le due versioni dello stesso soggetto entrambe in raccolta privata, una proveniente da Leger Galleries a Londra, illustrate alle figg. 10 e 11 del suo intervento del 1989.
I confronti più persuasivi ai fini della datazione del polittico qui esaminato rimandano a opere documentate della prima metà degli anni Trenta, tra cui la Madonna con Bambino, scomparto centrale del polittico della cattedrale di Sessa Aurunca, e col polittico nel santuario di Santa Maria a Parete a Liveri (Nola), intorno al 1535.
Puntuale il riscontro tra i SS. Giovanni Battista e Sebastiano nelle tavole laterali qui in oggetto e i SS. Giovanni Battista e Michele Arcangelo in analoga posizione nel complesso di Liveri: figure monumentali, quasi per un richiamo al classicismo esasperato dei romanisti nordici, che come le nostre si stagliano sullo sfondo di un paesaggio di ascendenza leonardesca nella variazione atmosferica dello sfondo azzurrino. Ancora vivo, negli Apostoli della predella, il ricordo di Polidoro da Caravaggio, costante ispirazione per Marco Cardisco.
È infine da ricordare che la sua attività non si limitò a Napoli e al suo territorio: fu infatti chiamato a dipingere a fresco la cappella Turchi nella chiesa romana di Trinità dei Monti, accanto ai pittori più rinomati del suo tempo, tra cui Perin del Vaga e Daniele da Volterra.