Importanti Maioliche Rinascimentali

31

ALBARELLO

€ 4.000 / 6.000
Stima
Aggiudicazione
Valuta un'opera simile

ALBARELLO

CASTEL DURANTE, LUDOVICO E ANGELO PICCHI, 1550-1560 CIRCA

Maiolica dipinta in policromia con giallo antimonio, giallo-arancio, blu di cobalto, verde ramina e bistro; smaltatura all’interno.

Alt. cm 20,7, diam. bocca cm 10,4, diam. piede cm 10.

 

Il contenitore apotecario ha un’imboccatura ampia con orlo piano rifinito a stecca. II collo è breve, la spalla obliqua con stacco arrotondato, a scendere in un corpo cilindrico appena rastremato terminante in un calice troncoconico che si assottiglia fino al piede con base piana appena concavo.

Il vaso mostra, lungo il corpo, un decoro a fasce con una ghirlanda fogliata sulla spalla cui fa seguito una fascia decorata “a cerquate”, interrotta sul fronte da un medaglione incorniciato da una corona entro il quale spicca un ritratto maschile di profilo, in abito di antico romano, realizzato in policromia su fondo giallo. Appena sotto una fascia a fondo giallo sulla quale si svolge un cartiglio che reca la scritta a caratteri capitali “UNGUENTO.AUREI” (1), mentre sul retro sono dipinti trofei d’armi e un pannello con una data illeggibile (1555?); scendendo s’incontra poi un’altra fascia a trofei monocromi su fondo blu che accoglie un pannello in cui si legge ancora una data (155?); una nuova fascia verde con corona fogliata conclude la composizione.

La forma è ormai cinquecentesca e l’opera, visti i numerosi confronti in musei e collezioni private, probabilmente apparteneva ad una Spezieria di grandi dimensioni. Si veda ad esempio l’albarello, simile per impostazione e distribuzione del decoro con il cartiglio apotecario al centro, del British Museum (2) attribuito alla bottega di Ludovico e Angelo Picchi, che reca scritto in un cartiglio sul retro "fatto in terra [d]i durante nel stato du”. Un altro esemplare con impianto decorativo appena differente, ma coerente con gli altri albarelli di questa spezieria, è conservato all’Ashmolean Museum di Oxford (3) con attribuzione alla bottega di Ludovico ed Angelo Picchi, derivante da precise indicazioni apposte sui cartigli dei vasi. Un albarello della stessa spezieria, già della collezione Pringsheim, reca in cartiglio la scritta “Fato in terra Duranti 1555” (4). Anche un vaso della collezione Mereghi, ora al Mic di Faenza, che reca invece la scritta “realizzato in Castello durante nel 1562 da mastro Simono” è da alcuni associato anche a questa produzione (5). Ancora da questa serie provengono un albarello in collezione Roche (6) datato 1551, uno della Bayer con decoro a trofei, uno con delfini e cerquate associate a motivo a trofei nella Pinacoteca di Varallo Sesia in collezione Franchi (7) ed infine uno nella collezione della Cassa di Risparmio di Perugia (8).

Concordiamo su quanto proposto da Claudio Paolinelli nella scheda relativa a quest’ultima opera di confronto riguardo alla affinità decorativa tra gli esemplari, tra i quali però è possibile distinguere una differenza stilistica talvolta marcata. L’ipotesi di più forniture in tempi diversi trova conferma nella differente cronologia indicata su alcuni esemplari, mentre più difficile è distinguere artefici diversi, anche se per ora sembra possibile poter attribuire alcuni esemplari alla mano di Simone da Colonnello, probabilmente attivo nella bottega Picchi al tempo dell’ordinativo per Palermo. Alcune preziose testimonianze archivistiche infatti riferiscono di un ordinativo alla Bottega Picchi tra il 1548 e il 1550 da parte di un certo Nicola Canizia, commerciante genovese residente a Palermo (9).

 

1 L’unguento Aureo o Unguento basilico, a base di cera, resina, sego, olio con o senza incenso e mirra. Tale unguento presenta varie formule: maggiore o minore. Il nome deriva non solo dal colore raggiunto in preparazione mediante l’aggiunta di Zafferano, ma anche dal fatto di essere considerato tra i rimedi per eccellenza;

2 THORNTON-WILSON 2009, I, p. 382 inv. 1855,071;

3 WILSON 1989/2003, no. 22. Si veda anche quanto descritto al riguardo dallo stesso Wilson in BOJANI et alii 2002, pp. 125-165;

4 THORNTON-WILSON 2009, I, p. 382;

5 RAVANELLI GUIDOTTI 1987, n. 88;

6 MEZ-MANGOLD 1900, p. 100 n. 171;

7 ANVERSA 2004, p. 170 n. 77;

8 PAOLINELLI in WILSON-SANI 2007, pp. 264-267 n. 140;

9 LEONARDI-MORETTI 2002.