PIATTO
URBINO, FRANCESCO XANTO AVELLI, 1532
Maiolica dipinta in policromia con verde in due toni, blu di cobalto, giallo, giallo-arancio, bruno di manganese. Tocchi di bianco di stagno a dare luce a dettagli dei volti e profondità al paesaggio.
Alt. cm 3,5; diam. cm 26,7; diam. piede cm 8,2
Iscrizione sul retro .1532. / Methabo oltr’Amasse / Lancio’ Camilla / Nel . XI . Lib[e]: d[e] l’Eneide . V . / […]fra[…] : Xanto . A. / da Rouigo, i[n] / Urbino.
Provenienza
Collezione Adda, Parigi;
Collection d’un grand amateur, Palais Gallera, 29 novembre - 3 dicembre 1965, lotto 638;
Collezione privata, Firenze
Bibliografia
B. Rackham, Islamic Pottery and Italian Maiolica. Illustrated Catalogue of a Private Collection, Londra 1959, pp. 120-121 n. 420, tav. 191;
E.P. Sani, Per un catalogo delle opere attribuibili a Xanto: una ricognizione sulla sua produttività e sul suo complesso apparato figurativo, linguistico ed erudito, in “Faenza”, XCIII (2007), n. IV-VI, p. 193 fig. 12;
E.P.Sani in J.V.G. Mallet, Xanto. Pottery-painter, Poet, Man of the Italian Renaissance, catalogo della mostra, Wallace Collection, Londra 2007, p. 195 n. 168
Il piatto ha cavetto profondo e larga tesa appena inclinata, e poggia su un basso piede privo di anello.
Lo smalto, spesso e lucente, mostra microbolliture specie sul retro con tracce di verde. Abbondante è l'uso della cromia a disposizione del pittore, con tocchi di bianco di stagno a dare luce ai dettagli dei volti e profondità al paesaggio.
La scena mostra un’ambientazione classica con un vecchio albero dal tronco nodoso e ciuffi di foglie, una rupe alta, coperta da zolle erbose e radici, a creare una quinta ideale. Sullo sfondo, che mostra più piani di orizzonte, un paesaggio fluviale con alte colline squadrate e un borgo turrito. La scena è abitata da diverse figure: sulla sinistra Metabo[1] nell'atto di allungare la lancia su cui è legata la figlia Camilla oltre il fiume[2], rappresentato sulla destra sotto due figure femminili[3], Diana con la faretra e una sua compagna.
L'episodio, come ci dice lo stesso Xanto nella scritta apposta sul retro del piatto tra i consueti cerchi concentrici gialli, è tratto dall’Eneide[4] di Virgilio: .1532. / Methabo oltr’Amasse / Lancio’ Camilla / Nel . XI . Lib[e]: d[e] l’Eneide . V . / […]fra[…] : Xanto . A. / da Rouigo, i[n] / Urbino.
Metabo, re dei Volsci, cacciato dalla città dai suoi nemici, era fuggito con la figlia piccolissima. Mentre era inseguito incontrò sulla sua strada il fiume Amassene ingrossato dalla tempesta, e per salvare la figlia la fissò a una forte picca in modo da poterla lanciare dall’altra parte della riva, facendo voto a Diana di consacrarle la figlia. Giunti in salvo Metabo e Camilla continuarono poi la loro esistenza nei boschi.
Questo piatto apparteneva alla celebre collezione Adda di Londra, pubblicata dal Rackam; è stato studiato poi da Elisa Paola Sani in occasione del convegno su Francesco Xanto Avelli tenutosi a Londra per la mostra alla Wallace Collection nel 2007[5], inserito nel catalogo della mostra stessa tra le opere attribuibili al pittore rovighese[6]. Proprio in quell'occasione la studiosa rammenta l'esistenza di dodici versioni di questo soggetto datate tra il 1532 e il 1542, quattro delle quali lustrate, analizzandone le variazioni stilistiche, tecniche e compositive attraverso il mutare delle incisioni fonte di ispirazione[7].
L'importanza del nostro piatto è data anche dal fatto che, tra tutte le versioni, questo costituisce l’esempio più precoce pervenutoci.
[1] Marco Dente da Raffaello con scena di battaglia da Giulio Romano (BARTSCH XIV, p. 316 n. 420);
[2] Il personaggio da cui è tratto il corpo del Fiume, utilizzato di frequente da Xanto Avelli, è derivato dall’incisione di Marcantonio Raimondi da Raffaello raffigurante Isacco che benedice Giacobbe (BARTSCH XIV, p. 153 n. 117), cui è associata la testa di un altro personaggio: per confronto si veda il personaggio al centro del piatto con la storia di Anfiarao dell'Ermitage (IVANOVA 2003, p. 70 n. 39; WILSON 1987, p. 58 n. 77);
[3] Camilla e il gruppo di fanciulle sulla destra sono riprese dal Parnaso di Marcantonio Raimondi da Raffaello (BARTSCH XVI (26), p. 244 n. 247);
[4] Virgilio, Eneide, XI, 532-596
Alma, tibi hanc, nemorum cultrix, Latonia uirgo,
ipse pater famulam uoueo ; tua prima per auras
tela tenens supplex hostem fugit. Accipe, testor, et
diua tuam, quae nunc dubiis committitur auris ʼ.
Dixit et adducto contortum hastile lacerto
immittit : sonuere undae, rapidum super amnem
infelix fugit in iaculo stridente Camilla
[5] SANI in FAENZA XCIII, 2007, pp.181-198;
[6] SANI in MALLET 2007, pp. 195 n. 168;
[7] Nelle varie versioni restano uguali i personaggi di Metabo e Camilla, mentre varia la scelta compositiva e iconografica delle altre figure.