ORCIOLO
MONTELUPO, 1540-1550
Maiolica, corpo ceramico di colore beige, smalto color bianco crema abbastanza lucente, che si estende all’interno del contenitore e lascia scoperta la base. Dipinto in policromia con blu di cobalto e giallo.
Alt. cm 44,8; diam. bocca cm 12,5; diam. piede cm 15.
Provenienza
Christie’s, 5 dicembre 1994, lotto 319;
Artcurial Briest-Poulain-Le Fur, 15 marzo 2005, lotto 55;
Della Rocca, 2 dicembre 2009, lotto 569;
Wannenes, 19 novembre 2013, lotto 529;
Collezione privata, Firenze
Bibliografia
G. Gardelli, Italika. Maiolica italiana del Rinascimento. Saggi e Studi, Faenza 1999, pp. 346-349 n. 152;
F. Berti (a cura di), La farmacia storica fiorentina. I “fornimenti” in maiolica di Montelupo (secc. XV-XVIII), Firenze 2010, p. 150 fig. 152;
M. Marini, Passione e Collezione. Maioliche e ceramiche toscane dal XIV al XVIII secolo, catalogo della mostra, Firenze 2014, pp. 140-142 n. 70
L’orciolo ha corpo ovale con piede a disco, collo cilindrico breve che termina in un orlo appena estroflesso, mentre dalla spalla scendono due anse a forma di drago.
Il collo è decorato da una linea continua blu. Anche le anse sono dipinte in monocromia blu con tocchi più scuri a definire gli occhi, lasciati riservati di bianco, e le squame dei mostri.
Un motivo decorativo “alla porcellana” si estende su tutta la superficie del vaso ad eccezione di una vasta porzione sul fronte, occupata da un largo medaglione ovale circondato da una cornice con, nei punti cardinali, abbellimenti a palmetta e sormontata da un mascherone. All’interno del medaglione spicca l’arme della famiglia fiorentina dei Chiavacci (1) (d’azzurro, al cane rampante d’argento, accompagnato nel cantone destro del capo da un crescente rivolto dello stesso, e da tre stelle a sei o otto punte d’oro, ordinate due ai lati e una in punta).
Anche in questo caso, come per la coppia di orcioli al lotto quindici di questo catalogo, il decoro “alla porcellana” è accompagnato dal motivo a mezzaluna dentata, ed i confronti più affini ci conducono a un’attribuzione sicura alle manifatture di Montelupo attorno alla prima metà del XVI secolo. Particolarmente attinenti per il decoro sembrano i due utelli della Spezieria di Santa Maria Novella (2) unitamente a un terzo esemplare da scavo nella stessa sede (3), dotato di marca con il tridente.
Per la morfologia delle anse del tipo “draghiforme”, o a delfino, con la coda chiusa a formare un occhiello sono noti nove esemplari di produzione montelupina con emblema della famiglia fiorentina Aldobrandini di Lippo, dei quali quello datato 1541 già in collezione Beit (4).
L’orciolo qui presentato faceva coppia con un esemplare identico, già nell’asta londinese del 1964, fino all’ultimo passaggio in asta nel novembre del 2013.
1 Precedentemente attribuito alla famiglia Altoviti (GARDELLI 1999, p. 348);
2 BERTI 1993-2003, III (1999), p. 90 figg. 36-37 e p. 273 tav 88;
3 RONCAGLIA in COPPELLOTTI-DE BENEDICTIS-DIANA 2006, p. 27 n. 5;
4 RACKHAM-VAN DE PUT 1916, n. 748.