ORCIOLO
FAENZA, "1549"
Maiolica dipinta in policromia con giallo, verde e blu.
Alt. cm 22, diam. bocca cm 9,5, diam. piede cm 10,4.
Sul corpo entro due cartigli compaiono la scritta "Faenza" e la data "1546", oltre alla scritta apotecaria "Aceto di : duplicis :".
Bibliografia
C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, p. 395 figg. 12-14
La brocca ha corpo ovoidale, alto collo cilindrico dal quale scende una larga ansa a nastro, sul fronte mostra un versatore a tubetto alto e poggia su un alto piede con base piana. Sotto il piede sono incisi segni apotecari.
Il corpo è interamente interessato da una decorazione a "trofei" (1) delineati in bruno di manganese a risparmio su fondo blu e ombreggiati in bistro chiaro. Il beccuccio è posto in risalto grazie a un decoro giallo e giallo-arancio che lo abbraccia e simula una applicazione metallica. L’orlo e il bordo del piede sono anch’essi decorati in giallo e giallo-arancio con righe concentriche, così come l’ansa, anch’essa campita in giallo. Sul fronte un largo cartiglio con finali in giallo e verde ramina reca la scritta apotecaria in caratteri gotici "Aceto di : duplicis :".
Un orciolo analogo della collezione J.C., anch’esso datato 1549, era descritto dallo Chompret (2) come ricoperto da decori caratteristici delle botteghe di Castel Durante, seguendo la tradizione che vedeva in tale decoro una tipicità di questa città. Di diverso avviso invece Carmen Ravanelli Guidotti, che già nel 1985 aveva spostato questa attribuzione, sia pure ancora in forma di ipotesi verso la città di Faenza, pubblicando un orciolo appartenente a un corredo farmaceutico molto vicino, che si differenzia unicamente per l’ombreggiatura dei trofei resa in blu, ora conservato al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza nella collezione Cora (3). La stessa studiosa tornò sull’orciolo Cora nel Tesaurus della ceramica faentina analizzando le forme chiuse da farmacia in relazione con il decoro "a trofei", e nell’occasione pubblicò come confronto il nostro orciolo come proveniente dal medesimo corredo farmaceutico, sottolineandone l’importanza soprattutto per la presenza del decoro a foglia frastagliata alla base del versatore, determinante per l’analisi delle coeve coppe a diamante (4).
L’opera è dunque una riscoperta e una riconferma, sancendo l’arco cronologico nel quale il corredo di spezieria è stato ordinato alle botteghe faentine.
1 RAVANELLI GUIDOTTI 1998, p. 392;
2 CHOMPRET 1949, p. 23 fig. 168;
3 RAVANELLI GUIDOTTI 1985, p. 57 n. 109;
4 RAVANELLI GUIDOTTI 1988, p. 223, tavv. XVIII a,b e XIX a,b.