PIATTO
BACCHERETO, TERZO QUARTO SECOLO XV
Maiolica, corpo ceramico color beige giallino chiaro, smalto color bianco-grigio di buona consistenza, opaco steso in uno strato spesso sul fronte e meno spesso sul retro. Il decoro è dipinto in blu di cobalto, bruno di manganese e giallo citrino.
Alt. cm 6,5, diam. cm 39, diam. fondo cm 27,5.
Provenienza
Collezione Frizzi Baccioni, Firenze;
Farsetti, Prato, 30 ottobre 2009, lotto 327;
Collezione privata, Firenze
Bibliografia
M. Marini, Passione e Collezione. Maioliche e ceramiche toscane dal XIV al XVIII secolo, catalogo della mostra, Firenze 2014, pp. 108-109 n. 52
Il piatto, di grandi dimensioni, ha una tesa larga, appena obliqua, e un cavetto ampio poco profondo; il piede è a disco. L’intera superficie è interessata da una fitta decorazione a tralci vegetali con fogliette cuoriformi dalla nervatura evidenziata, dipinte in blu di cobalto; tutt’intorno si sviluppa una fitta decorazione a puntini e spirali a riempimento delle campiture libere. Al centro del cavetto, entro un medaglione delimitato da linee blu, uno stemma nobiliare (troncato di oro e di rosso a tre rocchi di scacchiere d’argento, 2.1, nel secondo) nel quale s’intravedono labili tracce di una figura araldica delineata in bruno nella parte superiore, non riconoscibile a causa del restauro.
Il motivo decorativo è quello tipico della Spagna moresca, da cui come abbiamo visto traggono ispirazione le botteghe toscane del XV secolo. Si tratta della cosiddetta “foglia d’edera”, che i vasai di Val d’Arno rielaborano in ornati di grande originalità.
Marino Marini ha confrontato il nostro piatto con un largo frammento di boccale, ora al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza (1), e con numerosi altri frammenti derivati da scavi a Montelupo, ma soprattutto a Bacchereto, con resa grafica dei tralci simili a quelli delineati sul piatto in esame (2).
1 RAVANELLI GUIDOTTI 1992, pp. 50-51 n. 15;
2 BACCHERETO 1992, p. 74; CORA 1973, tav. 201b.