Stefano Tofanelli
(Nave, Lucca 1752 – Lucca 1812)
ACHILLE E PENTESILEA
olio su tela, cm 121x97
Bibliografia
A. Cera, La pittura neoclassica in Italia, Milano 1987, tav. 612
Pubblicato da Adriano Cera con il titolo, sufficientemente generico, "Morte di una regina siriaca" il dipinto qui offerto non sembra reperibile tra i soggetti di Stefano Tofanelli riportati dai suoi principali biografi.
Esso appare tuttavia un chiaro esempio degli esiti della formazione accademica, fondata sull’esercizio del disegno e sulla copia dalla scultura classica, ricevuta dal Tofanelli negli anni della sua educazione romana, a partire dal 1769. Se infatti i protagonisti della scena raffigurata non sono immediatamente identificabili, del tutto evidente è la loro derivazione dal gruppo scultoreo oggi collocato a Firenze nella Loggia dei Lanzi e generalmente ritenuto raffigurare Menelao in atto di sorreggere il corpo di Patroclo. Acquistato a Roma da Cosimo I prima del 1570 e collocato alla metà del Seicento all’estremità meridionale di Ponte Vecchio dopo il restauro su un modello di Pietro Tacca, esso costituisce, come si sa, l’esemplare più completo di una serie di repliche da un originale pergameno, tra cui il più noto è il cosiddetto Pasquino. Una scultura che fino all’analisi di Ennio Quirino Visconti, che per primo ne precisò il soggetto nel 1788, veniva associata agli episodi più diversi della storia e del mito ma si presentava comunque ricca di assonanze formali col tema della Pietà proprio dell’iconografia cristiana, tanto da poter essere usato nei più diversi contesti. Il precoce interesse di Stefano Tofanelli per questo modello è peraltro indicato da una delle storie di Apollo dipinte per il salone della villa di Luigi Mansi a Segromigno (Lucca) tra il 1784 e il 1791, dove l’episodio di Apollo e Giacinto presenta (in controparte) la stessa composizione.
Ringraziamo Fabrizio Carinci per averci suggerito il corretto titolo dell’opera che è Achille e Pentesilea tema tratto da Pausania e da Quinto Smirneo nel Supplemento all'Iliade. Il dipinto verrà pubblicato dallo studioso sugli Annali dell'Accademia Nazionale di San Luca, 2016.