Cerchia di Antonio Pisano detto Pisanello, primo quarto del sec. XV
CASSONE NUZIALE
legno dipinto, sul fronte scena galante centrata da stemma e sui fianchi motivi fogliacei, cm 96x182x69
Opera dichiarata di particolare interesse culturale ai sensi del decreto legislativo n. 42/2004
Bibliografia
R. Calamini e S. De Luca, in Le stanze dei tesori. Collezionisti e antiquari a Firenze tra Ottocento e Novecento, catalogo della mostra, Firenze, Palazzo Medici Riccardi, a cura di L. Mannini, Firenze 2011, p. 152, n. 1
All'interno del genere dei cassoni, mobile per eccellenza nell'Italia rinascimentale, quelli nuziali costituiscono una tipologia a sé, appartenenti alla dote nuziale della sposa; venivano realizzati solitamente in coppia con gli stemmi dei due casati ed erano tanto più ricchi di intagli e dipinti quanto più il casato di provenienza della moglie era potente e politicamente influente, ponendosi come una vera e propria manifestazione dello status della famiglia.
Citati già da Boccaccio in un episodio del Decameron, Ambrogiuolo e Bernabò, in cui il protagonista si nasconde in un cassone nuziale per introdursi nella camera della donna amata, per tutto il Quattro e Cinquecento i cassoni nuziali costituiscono un genere in cui si cimentano i più grandi artisti del tempo, quali Paolo Uccello, Botticelli e ancora Ghirlandaio e Jacopo del Sellaio.
I cassoni arrivati intatti dal secolo XV sono piuttosto rari e mostrano una varietà iconografica che spazia dai soggetti mitologici o storici alle allegorie delle virtù e a scene edificanti d'amore e di fedeltà coniugale, inneggiando al corretto comportamento che gli sposi avrebbero dovuto seguire nel corso del matrimonio.
Se sono piuttosto diffusi gli esempi in cui le pitture del fronte sono inquadrate da inserti in pastiglia a delimitare una sequenza pittorica (si vedano il cassone della Conquista di Napoli da parte di Carlo di Durazzo, realizzato a fine Trecento e conservato al Metropolitan di New York, e quelli del XV secolo rispettivamente al Museo Horne e a Palazzo Davanzati), più inconsueti sono i cassoni in cui, come nel nostro caso, la decorazione pittorica occupa tutto il fronte senza soluzione di continuità. Un confronto può essere avanzato con i due pannelli di cassone realizzati intorno al 1460 dalla bottega di Apollonio di Giovanni e Marco del Buono, uno con il viaggio della Regina di Saba (oggi al Birmingham Museum of Art) e l'altro con l'incontro di Salomone e Saba (Museum of Fine Arts di Boston).
La delicatezza tardogotica delle figure, caratterizzata da cadenze quasi fiabesche che si coniugano a una grande attenzione al naturalismo, suggeriscono di avvicinare il nostro cassone alla cerchia di Pisanello, inserendolo dunque nel contesto dell’Italia settentrionale di inizio secolo XV. Il fronte è interamente dipinto con una scena continua che si svolge all’interno di un giardino in fiore, una sorta di hortus conclusus, tipica ambientazione di dipinti sacri che vedono come soggetto principale la Madonna (si veda ad esempio, dello stesso Pisanello, la Madonna della Quaglia del Museo di Castelvecchio a Verona), probabile allusione, in questo caso, alla castità della sposa. Al centro del giardino è il blasone della famiglia Fanzago di Clusone in val Seriana, con uno stemma coronato da una mano giurante, grembiato da otto pezzi di rosso e argenti e caricato in cuore da uno scudetto rotondo d’azzurro alla torre d’argento merlata alla guelfa, aperta e finestrata di nero. Ai lati dello stemma due coppie di giovani, riccamente abbigliati secondo la moda tardogotica, sono raffigurati di profilo l’una verso l’altro in atto di sollevare le braccia per prendersi le mani. I fianchi, infine, presentano un decoro a racemi stilizzati di foglie che inquadrano ricche melagrane