COFANETTO NUZIALE, MANIFATTURA GINORI A DOCCIA, 1870 CIRCA
porcellana bianca montata in bronzo dorato, cm 34x42x36
Marca N coronata in blu sul fondo
La scatola è ornata sui quattro lati da bassorilievi decorati con scene mitologiche, delimitati da più ordini di cornici e intervallati negli angoli da scudi a cartiglio centrati da teste femminili a rilievo. Il contenitore poggia su una base di bronzo dorato con decoro a palmette e sorretta, negli angoli, da quattro leoni accovacciati su basette a rocaille di gusto ancora settecentesco. Il coperchio in porcellana, anch’esso montato in bronzo dorato, mostra una decorazione a bassorilievo coerente con quelle della scatola e intervallata da quattro elementi decorativi applicati a rilievo. Al centro della composizione, una complessa montatura di bronzo dorato, sostenuta da una cornice ornata da motivo a foglie lanceolate, cela un vano segreto collocato sotto una presa appariscente a forma di putto seduto.
Una cassetta simile, priva delle applicazioni di bronzo dorato e sormontata da un gruppo in porcellana raffigurante Bacco e Arianna (gruppo che risulta eseguito dalla manifattura come gruppo a sé già nella seconda metà del Settecento, come si vede in L. Ginori Lisci, La porcellana di Doccia, Milano 1963, p. 71 fig. 45), dal chiaro significato nuziale, compare in una fotografia scattata durante l’Esposizione italiana del 1861 o di quella parigina del 1867, ma è rintracciabile anche in un’incisione relativa all’Esposizione di Parigi del 1878 insieme ad altre descritte come montate in bronzo e in ebano. Nell’immagine citata, accanto allo scrigno in porcellana coerente con il nostro ne compare uno montata in ebano e sormontato da una presa con un amorino, che richiama quello dell’opera in esame. Alla luce di questi confronti e considerando la presenza della “N” coronata, che indica una datazione compresa tra il 1870 e il 1940 circa (A. Caròla-Perrotti, I marchi del giglio di Capodimonte e della “N coronata” ferdinandea nelle porcellane di Doccia, in “Amici di Doccia-Quaderni”, II, 2008, p. 73) si propone quindi una datazione attorno all’ultimo trentennio dell’Ottocento, legittimata proprio dallo stile della montatura di bronzo.
Si ringrazia la dott.ssa Rita Balleri per le ricerche d’archivio e per le preziose informazioni fornite