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Giuseppe Picano?

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Giuseppe Picano?

(documentato 1767-1791)

SAN GIUSEPPE COL BAMBINO

terracotta policroma, cm 33x25x19

 

Bibliografia di riferimento

T. Fittipaldi, Scultura napoletana del Settecento, Napoli 1980, pp. 195-196

 

 

Questa vivace scultura in terracotta si collega a un San Giuseppe col Bambino firmato e datato da Giuseppe Picano (a. 1771 Joseph Picano S.) che si trova nella chiesa di Sant’Agostino alla Zecca di Napoli. Giuseppe, figlio di un Francesco Picano che doveva averlo avviato alla tecnica del legno intagliato (Francesco è documentato in quella veste tanto nel 1737, cfr. Vincenzo Rizzo, Scultori napoletani tra Sei e Settecento. Documenti e personalità inedite, in “Antologia di Belle Arti”, nn. 25-26, 1985, p. 33, doc. 90, quanto nel 1740, cfr. Vincenzo Rizzo, Ulteriori scoperte sulla scultura napoletana dal Seicento al Settecento: da Giulio Mencaglia a Giuseppe Picano (Documenti ed opere inedite), Parte Seconda, in “Istituto del Banco di Napoli – Quaderni dell’Archivio Storico”, 2004, p. 206, doc. 63), per lungo tempo è attestato, grazie a documenti e ad opere firmate, esclusivamente come ‘Scultore di legno’, attivo a Napoli ma con richieste provenienti da tutto il Regno; nel dicembre 1782, ad esempio, egli riceveva la commissione per l’Immacolata Concezione sempre in legno destinata alla Chiesa Madre di San Giovanni Battista Decollato a Bivongi, in Calabria, dove l’opera tuttora si conserva (cfr. Gianfranco Solferino, Un capolavoro di Giuseppe Picano in Calabria. L’Immacolata Concezione di Bivongi, in “Calabria Sconosciuta”, XXXI/n. 118, 2008, pp. 19-20). Nel 1781, peraltro, Picano riceve pagamenti per “tutte le sculture di marmo e stucco coi loro modelli” dell’altare maggiore della chiesa dell’Annunziata a Napoli (Fittipaldi, op. cit., pp. 197-198).

La produzione in legno intagliato giunta fino a noi qualifica indubbiamente Giuseppe Picano come uno dei più dotati eredi, se non proprio un allievo diretto, del grande Giuseppe Sanmartino. L’invenzione del San Giuseppe col Bambino dovette godere di un certo successo: rispetto all’esemplare di Napoli, quello qui in oggetto presenta una fattura più corsiva, che sottolinea peraltro il carattere quasi capriccioso dei panneggi, ma anche delle carni del Bambino.