UN SECOLO TRA COLLEZIONISMO E MERCATO ANTIQUARIO A FIRENZE

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Lorenzo Sarti

€ 5.000 / 7.000
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Lorenzo Sarti

(Bologna, attivo alla metà del sec. XVIII)

PIETÀ

terracotta policroma, cm 54x48x37

 

Iscrizione sul retro: Lorenzo Sarti F. / [1]722

 

Bibliografia

A. Bacchi, S. Massari, scheda in The Sparkling Soul of Terracotta. Sculptures from the XVI to the XIX centuries, cat. della mostra, Milano 2014, pp. 68, 74

 

Questa Pietà, datata e firmata, allo stato attuale degli studi è la più antica opera nota di Lorenzo Sarti, che fu detto “Lorenzino del Mazza” per la stretta adesione al linguaggio del suo maestro, Giuseppe Maria Mazza. Sul Sarti, che non venne mai ammesso all’Accademia Clementina, abbiamo poche notizie, fornite da Marcello Oretti e dalla letteratura periegetica (E. Riccòmini, Vaghezza e furore: la scultura del Settecento in Emilia, Bologna 1977, pp. 83-84; A. Bacchi, S. Massari, cit.): egli è documentato attivo ancora nel 1747, lavorò non solo a Bologna, ma anche a Modena e a Ferrara, ricevendo in particolare commissioni da Prospero Lambertini (dal 1740, papa Benedetto XIV). Questa Pietà è opera rara ed importante per la presenza di firma e data, ed è l’unico pezzo di Sarti destinato al collezionismo privato fino ad oggi identificato con certezza. La terracotta si caratterizza per il suo misurato classicismo, lontano da qualunque nota di acceso patetismo che pure il tema poteva suggerire: nella sua composizione si sente ancora l’eco dei prototipi carracceschi, a partire dalla Pietà di Annibale a Capodimonte (1600 circa).