Dipinti e sculture antiche

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Valore e Domenico Casini, sec. XVII

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Valore e Domenico Casini, sec. XVII
RITRATTO DEL MARCHESE GIOVANNI CORSIolio su tela, cm 216x123,5

Provenienza
Già collezione Corsi
Collezione privata

Bibliografia
D. Pegazzano, Corsi (parte prima), in Quadrerie e committenza nobiliare a Firenze nel Seicento e nel Settecento, a cura di C. De Benedictis, D. Pegazzano, R. Spinelli, Ospedaletto (Pisa), 2015, p. 86, fig. 3A. Bacchi, F. Berti, D. Pegazzano, Rondoni e Balassi, I ritratti del marchese Giovanni Corsi, Milano, 2015, p. 33, fig. 20

Bibliografia di riferimento
L. Goldenberg Stoppato, Per Domenico e Valore Casini, ritrattisti fiorentini in “Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz”, 48.2004(2005), pp. 165-210 

Il ritratto qui offerto raffigura Giovanni Corsi (1600-1661), figlio di Jacopo Corsi e Laura Corsini; Insieme al fratello Lorenzo, Giovanni ricoprì incarichi di prestigio al servizio dei Medici grazie alla ricchezza che lo zio Bardo aveva continuato ad accumulare per la famiglia; infatti, dopo la morte di Jacopo, Bardo rimase a capo della casata divenendo il tutore dei due fratelli ancora minori. Grazie all’acquisizione del feudo napoletano di Cajazzo Bardo riuscì anche ad ottenere per la famiglia un titolo nobiliare e i Corsi divennero Marchesi.Giovanni Corsi fu eletto senatore dal granduca Ferdinando II nel 1637 e sempre per suo conto fu inviato come ambasciatore a Milano nel 1634 e a Roma nel 1655 per l’elezione di papa Alessandro VI Chigi. Giovanni fu inoltre prossimo agli ambienti di don Lorenzo e Giovan Carlo de' Medici.Come indicato da Donatella Pegazzano (Corsi cit. p. 86, nota 71) esiste una biografia di Giovanni compilata nel sec. XVIII da un segretario della famiglia che mette in luce i momenti più importati della sua vita: dagli anni di studio all’Accademia militare di Parma, ai due matrimoni, il primo con Lucrezia Salviati nel novembre 1628 e il secondo con Virginia Vitelli nel gennaio del 1640.Giovanni viene qui effigiato con un elegante abito “alla turchesca” e con un cane da caccia ai suoi piedi, a testimonianza di questa ludica attività molto amata dai componenti della famiglia. Il dipinto può essere datato intorno al 1628 all’epoca del primo matrimonio di Giovanni.Dal punto di vista stilistico l’opera è riferibile ai ritrattisti Domenico e Valore Casini che colgono l'aspetto fiero del giovane uomo, consapevole dell’importante status nobiliare raggiunto.  Grazie al ritrovamento nella Biblioteca Moreniana in Palazzo Medici Riccardi di Firenze del libro dei creditori e debitori dei due pittori abbiamo avuto la possibilità di supplire all’assenza di informazioni sulla ritrattistica fiorentina del primo Seicento, genere in cui i due fratelli Casini primeggiarono.Il Baldinucci ricorda che Domenico e Valore furono allievi di Passignano e che si dedicarono a ritrarre la corte medicea e buona parte della nobiltà fiorentina dell'epoca. Valore fu definito dal Baldinucci "uomo di valore", lodato per le teste realizzate con "molta franchezza e somigliantissime". In particolare egli si dedicava a comporre le mani e i volti mentre a Domenico spettava la realizzazione degli abiti, secondo quella che era l’abitudine più diffusa tra i ritrattisti.Anche in questo caso si può notare la definizione attenta e lo sguardo acuto e penetrante del viso di Giovanni, realizzato da mano diversa rispetto alla veste che mostra invece un andamento pittorico più libero e veloce.