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mer 27 Settembre 2017
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URBANINA (1967)

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URBANINA (1967)

 

MOTORE: ELETTRICO

CARROZZERIA: LAUNDAULET DA CITTA'

 

Sin dagli inizi della storia dell’Automobile, la trazione elettrica era presente come credibile alternativa ai motori a combustione interna o esterna. Specialmente per l’uso cittadino, che impone frequenti fermate e ripartenze, e che richiederebbe mezzi più si-lenziosi e puliti, sin da subito l’elettrico si impose: un esempio su tutti fu la Detroit Electric che ebbe una buona diffusione.

Dopo i primi anni pionieristici, però, la trazione elettrica –come quella a combustione esterna- scomparve totalmente. Si ricomin-ciò a parlarne, almeno in Europa, negli anni ’60, quando iniziarono a farsi sentire le avvisaglie dei problemi legati alla estrazione, tra-sporto e stoccaggio dei prodotti petroliferi.

Tra i primissimi ad occuparsene furono il Marchese Piero Girola-mo Bargagli Bardi Bandini e il tecnico Narciso Cristiani. Il primo, stanco delle difficoltà della circolazione e del parcheggio romani (negli anni ’60!) concepì una vetturetta biposto basata su una piat-taforma, sulla quale veniva montato un abitacolo di forma ovoidale che poteva ruotare a 360. per permettere l’accesso da ogni parte. Perché questo fosse possibile, era necessario utilizzare un motore elettrico, e rendere indipendente l’abitacolo dalla parte meccanica.

Il progetto prevedeva la produzione in serie, tanto che l’Urbanina fu presentata al Salone di Torino del 1965 e del 1966, in due ver-sioni: una spinta da un motore monocilindrico a due tempi da 198 cm3, ed uno con un motore elettrico Bosch. Scrisse “Quattroruo-te”, nel fascicolo del Novembre 1966: “- Caratteristiche principali sono l’abitacolo a sviluppo verticale e la possibilità di far ruotare la cabina, costruita in materia plastica, per uscire dalla parte più comoda.-“

Dopo questi primi prototipi, l’idea dell’abitacolo girevole fu rite-nuta troppo complessa e abbandonata, e la vettura ricevette una carrozzeria più tradizionale.

La vettura che proponiamo oggi fa parte della primissima serie prodotta, e fu messa in circolazione con buon anticipo rispetto alle crisi petrolifere del 1973 e 1976. Ciò nonostante, il progetto non ebbe il successo sperato, e esso fu ceduto alla Zagato, che, modi-ficando la carrozzeria, ripropose la vettura con la denominazione “Zele”, e ne produsse un certo numero.

La Urbanina qui proposta è quindi una vettura assolutamente unica, probabilmente la sola sopravvissuta di una piccolissima produzione pionieristica: basti pensare che negli anni 2000 grandi Case giapponesi riproposero il concetto di microcar elettrica con abitacolo girevole...

Essa ha una gradevole carrozzeria, la cui parte posteriore si può aprire in modo da creare una specie di “Laundaulet de Ville”, come l’avrebbero chiamata all’inizio del XX secolo.

Con il suo inimitabile mix di antico e moderno, vecchia di cin-quant’anni ma al contempo modernissima, la Urbanina rappre-senta un’occasione unica per un collezionista attento. La vettura è regolarmente immatricolata e può essere usata usufruendo di tutte le agevolazioni previste per le auto d’epoca e quelle per le auto elettriche; sviluppa una velocità di 60 km/h con una autonomia di circa 200 km.

La vettura è in ottime condizioni meccaniche, ma per sicurezza consiglia-mo all’acquirente di sottoporla a un controllo e di sostituire i particolari deperibili.