VOLKSWAGEN MAGGIOLINO (1956)
TELAIO N. 1226866
MOTORE: 4 CILINDRI BOXER
CILINDRATA: 1200 CM3
POTENZA: 36 CV
CARROZZERIA: BERLINA
La Volkswagen Maggiolino è sicuramente una delle automobili più importanti della storia. Lanciata nel 1938 come ‘Auto del Popolo’ e destinata a motorizzare la classe media tedesca, essa fu uno dei primi successi tecnici del suo progettista, Ferdinand Porsche.
Prodotta in varie versioni e in molte fabbriche e paesi diversi per quasi un sessantennio, pur ricevendo quasi 70.000 modifiche nel corso degli anni, essa rimase sempre fedele al suo schema tecnico originario, fondato su un telaio a pianale, motore posteriore boxer a quattro cilindri, grande semplicità e qualità di costruzione.
Non solo essa, sopravvissuta alla fine rovinosa del Terzo Reich che l’aveva voluta, e salvata da un ufficiale inglese che fu posto a capo della fabbrica di Wolfsburg per chiuderla ed invece ne mise in moto il successo, ottenne lo scopo che le era stato affidato, ma pose anche le basi di quelle vetture sportive chiamate col nome del suo progettista, che per molti rappresentano il massimo nel loro settore. Per molti anni detenne il record di vettura prodotta nel più alto numero di esemplari, ma negli anni cinquanta, a quasi vent’anni dalla sua nascita, essa stava ancora faticosamente crescendo nei vari mercati del mondo. Questo era dovuto più alle condizioni delle economie locali ed ai complessi e costosi sistemi fiscali, che imponevano alti dazi alle importazioni, che non alle qualità delle vetture.
Per questo, acquistare una Volkswagen in Italia nel 1956 non deve essere stata una cosa banale. L’industria nazionale aveva già iniziato a produrre automobili moderne ed efficienti, anche se con uno schema tecnico tradizionale, ed anche a livello di costi il confronto non era facile, anche perché l’importatore aveva adottato una politica di contenimento dei margini per privilegiare la diffusione.
A titolo di esempio, nel 1960 la VW 1200 costava 1.097.000 lire, mentre la Fiat paragonabile, la 1100, ne costava 1.013.000. Per di più, nella provincia di Pisa, dove la vettura proposta fu immatricolata, venivano a mancare alcune motivazioni come la grande efficienza della Volkswagen in montagna, dovuta al suo raffreddamento ad aria e al motore posto sopra l’asse motore posteriore, che garantiva un’ottima trazione su ghiaccio e neve.
Azzardiamo dunque l’ipotesi che il primo proprietario della vettura desiderasse qualcosa di diverso dalle auto che normalmente si incontravano per strada, il che spiegherebbe anche il bellissimo colore oro metallizzato, al posto dei più usuali nero, grigio, beigiolino e bianco che si vedevano in quegli anni.
La vettura è appena stata sottoposta ad un restauro maniacale e rappresenta certamente una opportunità quasi unica di aggiudicarsi una ‘ovalino’ (così chiamata per la forma del lunotto) originale italiana, con tutti i documenti dell’epoca intatti ed in condizioni da concorso.
La vettura è in ottime condizioni meccaniche, ma per sicurezza consigliamo all’acquirente di sottoporla a un controllo e di sostituire i fluidi, i filtri e particolari deperibili.