CAPOLAVORI DA COLLEZIONI ITALIANE

Firenze, 
gio 28 Settembre 2017
Asta Live 219
10

CRONOGRAFO DA POLSO IN ACCIAIO, ROLEX, REF. 6263, FONDELLO REF. 6239, CASSA N. 2'085'533, COSMOGRAPH DAYTONA, QUADRANTE 'PAUL NEWMAN PANDA', 1969 CIRCA

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RARO CRONOGRAFO DA POLSO IN ACCIAIO, ROLEX, REF. 6263, FONDELLO REF. 6239, CASSA N. 2'085'533, COSMOGRAPH DAYTONA, QUADRANTE 'PAUL NEWMAN PANDA', 1969 CIRCA

cassa Oyster in acciaio lucido e satinato con fondello, corona e pulsanti cronografici a vite, lunetta nera graduata con scala tachimetrica a 200 unità per ora. Quadrante bicolore, indici applicati di forma quadrata in acciaio e puntiformi in materiale luminescente, lancette a bastone con inserto in materiale luminescente, tre quadranti ausiliari a ore 3, 6 e 9 rispettivamente con registro dei 30 minuti, delle 12 ore e dei secondi continui, scala periferica con suddivisione dei minuti e di 1/5 di secondo. Movimento a carica manuale calibro 727. Bracciale a maglie Oyster ripiegate ref. 7835, finali ref. 271, chiusura déployante, cassa, quadrante, movimento e bracciale firmati

Diam. mm 37,5

Il successo del Daytona con quadrante Paul Newman è un fenomeno particolare, in quanto non parallelo all’epoca di produzione ma slittato di quasi 20 anni rispetto alla data di creazione di questo tipo di quadrante.

 

Nato come versione ‘esotica’ del quadrante di fornitura del Rolex Cosmograph Daytona, il primo modello con cronografo della Maison creato per celebrare il ruolo di cronometrista ufficiale di Rolex nei circuiti automobilistici di Daytona e Le Mans, fu accolto con scarso entusiasmo dal pubblico che continuò per molti anni a preferire il quadrante nella sua versione classica.

Per questo motivo Rolex produsse un numero limitato di questi quadranti, che furono montati su referenze sia con pulsanti a pompa che nelle versioni successive con pulsanti cronografici a vite negli anni fra il 1964 e il 1972 circa.

 

Di fatto, l’estetica di questo quadrante era senz’altro eccentrica rispetto ai quadranti prodotti sino a quel momento.

Caratterizzato da una grafica Déco per i numeri e per gli indici dei contatori e dalla tridimensionalità creata dal dislivello tra il corpo centrale del quadrante e quello dei contatori e della pista perimetrale dei secondi cronografici che accentuava ancor più il contrasto cromatico, risultava infatti troppo ‘moderno’ per il gusto dell’epoca, abituato a standard di maggiore sobrietà.

 

É negli anni ’80 che questo tipo di quadrante diventa, complice la sua rarità e la sua estetica così particolare, oggetto d’attenzione per i collezionisti, ed è proprio grazie al fatto che tra questi collezionisti si annoverassero personaggi del jet set internazionale che in breve tempo questo orologio diventa un ‘must have’.

 

Tra i più appassionati furono subito i collezionisti italiani, a cui si deve il merito di aver ribattezzato questo tipo di orologio: sembra infatti che le locandine italiane del film Indianapolis ritraessero il protagonista Paul Newman con al polso un Daytona dal quadrante esotico, una referenza 6239, ed è grazie a questa immagine che l’orologio con questo tipo di quadrante ne prese il nome.

 

Dagli anni ’80 ad oggi, il Paul Newman ha visto incrementare le proprie quotazioni nelle vendite internazionali, diventando senz’altro il più ambito orologio nel mondo del collezionismo. Le versioni con pulsanti cronografici a vite sono quelle che raggiungono le quotazioni più alte e, fra le due varianti rispettivamente con fondo nero e contatori bianchi e fondo bianco off­-white e contatori neri, la cosiddetta ‘Panda’, è considerata quella con un maggior appeal.

 

L’orologio che presentiamo è una delle prime versioni della Referenza 6263 con quadrante Paul Newman Panda: in questo esemplare ciò che colpisce, oltre ad un ottimo stato di conservazione generale, è il fascino del quadrante nel quale una perfetta conservazione si unisce ad un naturale lieve viraggio di colore delle parti in materiale luminescente che hanno assunto negli anni un tono leggermente più scuro accentuando il contrasto con il quadrante off­-white e l’anello periferico nero.