Luigi Basiletti
(Brescia 1780 - Brescia 1859)
RITRATTO DI DUE FANCIULLI
olio su tela, cm 61x47,5
Pittore e incisore notevole, buon architetto e valente archeologo, Basiletti nasce a Brescia dove esercitò primariamente la sua attività anche d'intenditore d'arte e restauratore di dipinti e dove fu socio dell'Ateneo bresciano nel 1810, membro dell'Accademia di S. Luca nel 1814, dell'Accademia di Brera nel 1828 e anche censore dell'Ateneo di Brescia dal 1816 al 1844.
Dopo aver fatto i primi studi di pittura presso Sante Cattaneo a Brescia, passò all'Accademia di Bologna, ove vinse un concorso, e quindi nel 1806 a Roma ove si fermò vari anni. Oltre che a qualche pala d'altare (Angelo custode nel Duomo di Brescia, 1811), a qualche quadro storico o mitologico (Niobe nella Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia; Ferimento di Baiardo, Ateneo di Brescia, 1826) e ad affreschi decorativi (lunette nel salone dell'Ateneo bresciano, sale in palazzo Martinengo), il suo nome è legato a ottimi ritratti: da quello giovanile del Canova nell'Ateneo a quello della famiglia Balucanti Cigola del 1812 presso i conti Fenaroli di Brescia, a quello del poeta Cesare Arici che gli dedicò la sua Brescia romana, a quello, più tardo, del conte Tosio.
La sua maggior fama pittorica è tuttavia dovuta giustamente a vedute e paesaggi (Lago d'Iseo, Tempio della Sibilla, Pozzuoli, Ischia nella Pinacoteca Tosio Martinengo; l'Aniene a Tivoli nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; Campagna bresciana nella raccolta Calini di Brescia), tra i più notevoli e vivi del tempo, ricchi d'atmosfera, delicatissimi di colore nonostante il rigore del precisissimo segno neoclassico. Della sua vasta opera di paesaggista e ritrattista, conservata presso le vecchie famiglie di Brescia, pochi pezzi sono oggi noti e accessibili.
L'artista può essere giudicato forse meglio e più compiutamente dai suoi Ricordi di viaggio (quattro album di disegni di 245 fogli complessivi, una cartella di 175 fogli sciolti e 13 grandi disegni isolati) esistenti presso la Pinacoteca Tosio Martinengo. Assistette per lunghi anni il conte Tosio nella formazione della sua pinacoteca e come dilettante di architettura intervenne spesso nei problemi edilizi cittadini risolvendo, tra l'altro, prima del 1820, i dispareri sull'ornamento della cupola del Cagnola nel duomo nuovo di Brescia e, tra il 1820 e il 1823, approntando, in collaborazione con l'architetto A. Vita, i disegni per il Mercato del Grano di Brescia, insigne fabbrica neoclassica.