Maso da San Friano
(Firenze, 1531 – 1571)
ALLEGORIA DELLA PAZIENZA
olio su tavola, diam. cm 10
In una vaga nebbia azzurrina la città di Firenze svela i suoi edifici; la cupola del Duomo, il campanile di Giotto, la parte terminale della torre della Signoria. Le costruzioni fanno da sfondo ad una algida, slanciata figura femminile. Chiusa in un disegno serrato, come il gesto delle braccia strette sui seni e vestita di un drappo striato da pieghe sottili, essa osserva un orologio ad acqua, in foggia di vaso di puro cristallo, che pare disegnato dal Buontalenti, dal quale stillano gocce. Immagine di manieristica eleganza essa denunzia la sua assoluta fiorentinità da “era moderna” non esente da debiti verso le opere del primo ventennio del cinquecento soprattutto di Andrea del Sarto e Pontormo.
È assai probabile che la piccola tavoletta qui presentata nascesse non come singola opera ma parte di un “oggetto” del tipo del Cofanetto di collezione privata londinese. Questo manufatto ligneo, esposto alla mostra Maria de’ Medici una principessa fiorentina sul trono di Francia, Firenze, 2005, p. 80, reca nel verso del coperchio un piccolo dipinto del Poppi raffigurante una Danae. Similmente è probabile che la nostra Pazienza, assieme ad altre Virtù, ornasse le facce di un cofanetto o piccolo scrittoio da tavolo. Tale ipotesi è avvalorata, oltre che dalle minuscole dimensione, dal fatto che attorno alla circonferenza essa presenta un bordo di circa 2-3 millimetri a legno grezzo come battente di una specchiatura lignea che la racchiudeva.
Un disegno, strettamente preparatorio alla nostra tavoletta ma senza la veduta sul fondo, è conservato a Parigi, Louvre, Cabinet des Dessins, già attribuito a Salviati ma giustamente restituito a Maso da San Friano da A. Cecchi.
L’ opera sarà pubblicata da Carlo Falciani in un articolo di prossima uscita.