DA MERCANTE A Collezionista: CINQUANT'ANNI DI RICERCA PER UNA PRESTIGIOSA RACCOLTA

Firenze, 
mer 11 Ottobre 2017
Asta Live 220
36

Scultore napoletano o spagnolo, metà del sec. XVIII

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Scultore napoletano o spagnolo, metà del sec. XVIII

SAN LUIGI GONZAGA IN ADORAZIONE DEL CROCIFISSO

statua ‘da vestire’ in legno dipinto, cm 137x52x32

 

Il nobile, compunto volto giovanile, caratterizzato dal taglio dei capelli assai corti e da un languore che tradisce una profonda sofferenza, le scarpe austere di foggia moderna indossate su calze parimenti nere e soprattutto la gestualità che lascia immaginare la figura in atto di contemplare un crocifisso tenuto nella mano sinistra ci consentono di riconoscere in questo affascinante simulacro il gesuita Luigi Gonzaga (Castiglione delle Stiviere 1568 - Roma 1591), figlio del marchese Ferrante, morto a soli ventitré anni durante la terribile pestilenza che aveva flagellato Roma nel 1590-91, dopo per essersi prodigato fino allo stremo per gli ammalati. Canonizzato nel 1726, data che fornisce un utile post quem per la cronologia dell’opera, lo si venera come santo protettore della gioventù studiosa, titolare di numerose congregazioni religiose dedite all’educazione cristiana.

Negli ultimi anni una folta letteratura critica e numerose esposizioni hanno restituito appieno dignità a simili statue concepite per essere abbigliate con abiti reali, impropriamente definite ‘manichini’, spesso, come in questo caso, realizzate da abilissimi intagliatori (Vestire il sacro. Percorsi di conoscenza, restauro e tutela di Madonne, Bambini e Santi abbigliati, a cura di L. Bortolotti, Bologna 2011), ma non è ancora facile circoscriverne l’ambito di produzione e addentrarsi in proposte attributive.

L’opera che qui si presenta, per la sua costruzione, l’intaglio sensibilissimo degli incarnati e dei capelli, la delicata, opalescente policromia, trova efficaci riscontri nella produzione presepiale napoletana del secondo Settecento, in cui furono impegnati, accanto a una schiera di specialisti del genere - Lorenzo Mosca, Nicola Ingaldi, Michele Trillocco e molti altri -, anche scultori di prim’ordine come Giuseppe Sammartino, Angelo Viva, Francesco Celebrano, produzione dove peraltro il lavoro d’intaglio sovente si alterna a teste modellate in argilla (G. Borrelli, Il presepe napoletano, Roma 1970).

D’altra parte questi stessi aspetti formali, declinati qui con particolare compostezza, e lo spiccato magistero nell’arte del legno, possono richiamare l’intensa e tersa statuaria devota spagnola nei modi di Alonso Cano e Pedro de Mena, attivi tra Granada, Madrid e Toledo nella seconda metà del Seicento (The Sacred made Real. Spanish Painting and Sculpture 1600-1700, catalogo della mostra, Londra, The National Gallery - Washington, National Gallery of Art, a cura di X. Bray, Londra 2009).

G.G.