λ
Scuola pisana, sec. XV
SAN MATTEO EVANGELISTA
scomparto di polittico a tempera su tavola fondo oro, cm 86,4x34
Provenienza
Collezione privata
Referenze fotografiche
Fototeca Zeri, busta 0067; fasc. 1, scheda 3377
Questo interessante scomparto di polittico raffigurante San Matteo Evangelista (come confermato anche dall’iscrizione sotto i piedi del santo) è stato attribuito da Roberto Longhi a Cecco di Pietro, artista tra i più rappresentativi della scuola pisana nella seconda metà del secolo XIV.Il linguaggio di Cecco di Pietro deriva dallo studio delle novità giottesche che ancora si propagavano in Toscana negli ultimi vent’anni del Trecento, ma con una significativa apertura ai modi del tardogotico.Linda Pisani, studiosa di Cecco di Pietro, parla per questo artista di “raffinatezza delle punzonature, ricchezza e varietà della gamma cromatica e cura dei dettagli”; tali caratteristiche ci inducono a pensare che il nostro San Matteo Evangelista sia opera di un pittore leggermente più attardato che abbia voluto riproporre lo stile di Cecco nella precisione dei riccioli della barba, nel taglio allungato degli occhi e nelle rughe espressive della fronte. Tuttavia più aspra e tagliente è la resa delle mani, del viso e della veste giocata nei toni del celeste, del giallo e del verde.Nel nostro San Matteo possiamo vedere anche una prossimità con Pietro da Talada, pittore emiliano attivo in Garfagnana nel XV secolo. L'artista iniziò ad essere noto a partire dagli anni '60 del sec. XX, quando Giuseppe Ardighi lo identificò come autore del trittico della chiesa di Santa Maria di Borsigliana (da cui il nome di Maestro di Borsigliana con cui è principalmente conosciuto) raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Prospero e Nicola.Nella predella, in cui sono rappresentati gli apostoli, si trovano delle vicinanze con il nostro San Matteo, in particolare nella figura del San Bartolomeo per la profonda ruga espressiva a forma di “U” che si vede tra le arcate sopraccigliari.