Lelio Orsi
(Novellara, 1511-1587)
ADORAZIONE DEI PASTORI
olio su tela, cm 198x134
Provenienza
Bologna, collezione Hercolani (?);
Bologna, collezione Podio
Esposizioni
Mostra di Lelio Orsi, Reggio Emilia 16 luglio – 30 settembre 1950, n. 14;
Bologna 1584. Gli esordi dei Carracci e gli affreschi di Palazzo Fava, Bologna, Pinacoteca Nazionale, 13 ottobre – 16 dicembre 1984, n. 11;
Lelio Orsi 1511-1587. Dipinti e disegni. Reggio Emilia 5 dicembre 1987 – 30 gennaio 1988, n. 163.
Bibliografia
Mostra di Lelio Orsi. Catalogo a cura di Roberto Salvini e Alberto Maria Chiodi, Reggio Emilia 1950, pp. 18-19, n. 14; F. Arcangeli, Lelio Orsi a Reggio Emilia, in “Paragone” I, 1950, 7, p. 49, fig. 24; A.E. Popham, Lelio Orsi at Reggio Emilia, in “The Burlington Magazine” XCII, 1950, 573, p. 355; R. Salvini, Su Lelio Orsi e la mostra di Reggio Emilia, in “Bollettino d’Arte” XXXVI, 1951, 1, pp. 79, 80, 81; M. Gregori, Una Madonna di Lelio Orsi, in “Paragone” IV, 1953, 43, p. 56; M.R. Villani, Lelio Orsi. Tesi di Laurea, Bologna 1953-54, pp. 90-91, XVII, n. 59; C. Volpe, Una copia da Correggio di Lelio Orsi, in “Arte Antica e Moderna” 2, 1958, p. 172; Bologna 1584. Gli esordi dei Carracci e gli affreschi di Palazzo Fava. Catalogo della mostra a cura di Andrea Emiliani, Bologna 1984, pp. 13, 14, n. 11, ill.; D. De Grazia, in Correggio e il suo lascito. Disegni del Cinquecento emiliano. Catalogo della mostra, Parma 1984, pp. 265-268; V. Romani, Lelio Orsi, Modena 1984, p. 92 e nota 60; M.R. Bentini, Lelio Orsi alla corte Gonzaga di Novellara. Una proposta per il Cristo tra le Croci, in “Il Carrobbio” XII, 1986, p. 36, ill.; F. Frisoni, in Lelio Orsi 1511-1587. Dipinti e Disegni. Catalogo della mostra, Milano 1987, p. 191, n. 163 (con ulteriore bibliografia).
Segnalato da Luciano Arcangeli agli organizzatori della storica esposizione monografica del 1950, il dipinto qui offerto è stato confermato a Lelio Orsi da tutti gli studiosi che si sono successivamente occupati del raro pittore di Novellara, tra loro discordi solo per quel che riguarda la cronologia del dipinto. È ormai generalmente riconosciuto, comunque, il distacco temporale rispetto alla più antica e concitata Natività nella Gemäldegalerie di Berlino, anch’essa su tela ma di minori dimensioni (fig. 1). Si riferisce al nostro dipinto, che anticipa testualmente, il disegno preparatorio all’Albertina di Vienna (inv. 2724; penna e inchiostro bruno, acquarello bruno e rialzi di biacca su carta beige, mm 254x397) mentre un altro foglio, già in collezione Rasini a Milano, presenta motivi comuni alla tela berlinese.
In entrambe è evidente il puntuale riferimento al modello correggesco, ovvero all’Adorazione dei pastori (la cosiddetta “Notte” di Dresda) allora nella chiesa di San Prospero a Reggio, da cui il pittore di Novellara riprende l’ambientazione notturna interrotta dal magico chiarore diffuso dal Bambino.
Una rilettura di Correggio che ritroviamo nel Cristo fra le Croci, famosa invenzione di Lelio Orsi mutuata dal Cristo nell’orto del più anziano maestro, piegato tuttavia ai dettami sofisticati e alle sigle astratte della Maniera.
Nel nostro caso, si sovrappone a quel modello il ricordo del Michelangelo del Giudizio e della Paolina, di cui già nel 1559 l’Orsi aveva richiesto a Roma le riproduzioni, e che poteva aver rivisto in un nuovo viaggio a Roma nel 1574.
Sebbene la provenienza del nostro dipinto non sia documentata con sicurezza, è stato autorevolmente proposto di identificarla con la Adorazione dei pastori di grandi dimensioni minutamente descritta da Iacopo Alessandro Calvi (1780) nella collezione del marchese Filippo Hercolani a Bologna.