(Umanesimo – Illustrati 500) PICCOLOMINI, Enea Silvio (Pius II). Epistole & varij tractatus Pij secundi pontificis maximi. Lugduni, ab Stephano gueynard (Iohannem Moylin, 1518).
In 4to (248 x 174 mm). [194] carte, di cui l’ultima bianca. Frontespizio in rosso e nero, con capilettera e vignetta xilografici, entro ampia e bella bordura xilografica figurata; altra bella bordura xilografica floreale e capilettera all’inizio del testo; numerosissimi capilettera xilografici floreali di varie dimensioni. Carattere gotico. Pergamena flessibile coeva con lacci e titolo anticamente manoscritto al dorso. Qualche annotazione, manicula e sottolineatura coeva, occasionali tracce del tempo, ma nel complesso copia molto buona.
SPLENDIDO ESEMPLARE di questa celebre raccolta di lettere vergate da Papa Pio II, uno dei più grandi umanisti ed autore prolifico e versatile di scritti sacri e profani. Seguendo il modello di riunire le proprie epistole pubbliche e private, fondato sulle Familiares e le Seniles di Petrarca, Piccolomini compose un epistolario che mostrava il suo impegno sia come pastore di anime, sia come politico, sia come uomo di lettere. La raccolta include la famosa operetta erotica Historia de Duobus Amantibus (Eurialus et Lucretia), ed altri curiosi scritti ove Piccolomini descrive i benefici dell’agricoltura (epistola 5), la superbia dei francesi (epistola 11), la noia dei libri verbosi (epistola 39), se in Italia ci sia il Monte di Venere (epistola 46, dove dice di conoscere solo Portovenere in Liguria ed un altro luogo con nome simile in Sicilia), che testi debba contenere una bella biblioteca (epistola 125), ecc. Alcune lettere sono veri e propri trattati, come quello “de educationem liberorum” (epistola 430).