Andrea Belvedere
(Napoli 1652 - 1732)
COMPOSIZIONE FLOREALE CON VASI ISTORIATI E SCIMMIA
olio su tela, cm 122x183,5
Esposizioni
Ritorno al Barocco. Da Caravaggio a Vanvitelli. A cura di Nicola Spinosa. Napoli, Museo di Capodimonte, 12 dicembre 2009 – 11 aprile 2010, n. 1.252
Bibliografia
R. Nauclerio, in Ritorno al Barocco. Da Caravaggio a Vanvitelli. Catalogo della mostra, Napoli 2009, I, p. 427, n. 1,252.
Come osservato da Rosanna Nauclerio in occasione della mostra napoletana in cui il dipinto fu esposto, la tela qui offerta si iscrive nell’ultima attività di Andrea Belevedere al ritorno dalla corte di Madrid nel 1700. Una datazione non troppo lontana da quell’anno è poi suggerita dal noto passo di Bernardo De Dominici, che aveva certo conoscenza diretta dell’artista, secondo il quale negli ultimi trent’anni della sua esistenza Andrea Belvedere abbandonò l’attività di pittore per dedicarsi esclusivamente al teatro. E’ comunque al suo periodo più tardo che appartengono le tele di imponente formato dove composizioni di fiori all’aperto si accompagnano a frammenti architettonici e a rilievi scolpiti, e spesso ad animali, per lo più volatili: queste infatti le soluzioni proposte nei dipinti, da tempo noti, nella Galleria Palatina e nel Museo Stibbert a Firenze, e nel Museo Correale di Terranova a Sorrento dove è riunita la maggior parte delle opere pubbliche dell’artista.
Come è noto, si tratta di soluzioni compositive largamente debitrici dell’esempio della scuola romana, trasmessa a Napoli da Abraham Brueghel dopo il 1670 e rinnovata, nell’ultimo decennio del secolo, dalla declinazione più aggiornata e aperta all’Europa proposta da Karel van Vogelaer e Franz Werner Tamm. Da qui, gli esiti di seguaci del Belvedere che, come Lopez e Casissa, ripeteranno questi modelli nel corso della prima metà del Settecento variandoli tuttavia con il loro personalissimo stile.