Giuseppe Moricci
(Firenze 1806 - 1879)
IL MERCATO DELLE ERBE IN PIAZZA VECCHIA DI S. MARIA NOVELLA A FIRENZE
olio su tela, cm 91x120,5
retro: cartiglio con iscritto "Soggetto / Il Mercato delle erbe / in Piazza Vecchia di S. Maria Novella a Firenze. / Prezzo / Francesconi 50. / Autore / Giuseppe Moricci / via dei Pilastri / Liceo di Candeli / n. 43"
Il nostro dipinto raffigura una scena di mercato ambientata in quella che anticamente era conosciuta come "piazza Vecchia" a Firenze, in quanto vi si affacciava l'antica chiesa romanica di Santa Maria delle Vigne (X secolo), poi inglobata e trasformata in Santa Maria Novella nel XIII secolo. Questa tela è una testimonianza preziosa della Firenze sparita poiché ci restituisce l’immagine della piazza e degli edifici esistenti prima dei grandi interventi urbanistici effettuati dalla seconda metà dell’Ottocento, con il passaggio dal Granducato all'Unità d'Italia, fino al Fascismo. Nel 1882 infatti questa piazza sarà poi rinominata "Piazza dell'Unità Italiana" e sarà collocato al centro l’obelisco di Giovanni Pini eretto in memoria dei caduti delle Guerre d'Indipendenza.
Autore dell'opera è Giuseppe Moricci: artista fiorentino politicamente vicino ai Garibaldini e la cui produzione grafico-pittorica è costituita soprattutto da vedute di Firenze eseguite negli anni precedenti alla fase urbanistica del "Risanamento" (1865-95). Dal raffronto con le lettere di Moricci, possiamo asserire che la firma dell’artista sulla targhetta nel retro del nostro dipinto è originale.
Sullo sfondo, a destra della nostra composizione, Moricci ha raffigurato l'area alberata compresa tra la zona absidale di Santa Maria Novella e palazzo Cerretani, che appare in parte coperto dai ponteggi. Questo slargo risale al 1848: anno dell'inaugurazione dell'adiacente Stazione Maria Antonia e dunque la nostra veduta della piazza è sicuramente posteriore a questa data. Un suo disegno acquerellato, recentemente comparso nel mercato antiquario, ritrae questa piazza dallo stesso punto di osservazione. Esso è databile attorno al 1850. Sono noti altri due suoi dipinti a olio su tela di piazza Vecchia (Firenze, Museo Topografico "Firenze com'era" e Arezzo, Museo d'Arte Medioevale) (cfr. M. Sframeli, Il Centro di Firenze restituito, Firenze 1989, pp. 56-58) e un bozzetto dello stesso soggetto in collezione Roster-Del Greco-Olschki a Firenze (Da Fattori al Novecento. Opere inedite dalla collezione Roster, Del Greco, Olschki, catalogo della mostra (Villa Bardini, Firenze, 1 aprile - 4 novembre 2012) a cura di F. Dini, A. Rapisardi, Firenze 2012, tav. 3).
Il nostro dipinto potrebbe essere stato eseguito nel medesimo periodo e l'iscrizione "Via dei Pilastri, Liceo di Candeli n.43" è il riferimento all'ubicazione del suo atelier, a Borgo Pinti, nei locali di un ex convento che dal 1845 al 1865 furono adibiti a Scuola d'Arte. Inoltre, alcuni particolari architettonici del complesso domenicano presenti nella nostra veduta sono storicamente interessanti ai fini della sua datazione, come ad esempio il transetto destro, con le due vetrate verticali della Cappella Rucellai che appaiono parzialmente murate e la Cappella della Madonna della Purità, ancora intonacata esternamente di bianco. Le finestre della navata laterale destra della chiesa appaiono ancora squadrate: non erano state ancora sostituite dalle vetrate neogotiche (1858-60) introdotte dall'architetto Enrico Romoli. Possiamo quindi datare con certezza il nostro dipinto tra il 1848 e il 1858.