Capolavori da collezioni italiane

Firenze, 
mer 31 Ottobre 2018
Asta Live 272
1

Bottega all'insegna del Trofeo, Venezia, secondo quarto secolo XVIII, argentiere probabilmente Andrea Fulici, saggiatore Zuanne Cottini

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Bottega all'insegna del Trofeo, Venezia, secondo quarto secolo XVIII, argentiere probabilmente Andrea Fulici, saggiatore Zuanne Cottini

COPPIA DI CRATERI A CALICE

alt. cm 41,5; diam. cm 27, complessivi g 5830 (2)

 

I due crateri hanno le basi quadrate su cui poggiano i sostegni decorati a scanalature, il nodo decorato da foglie cesellate ed elementi a catena ed il sotto vaso ornato da baccellature. Ciascuno presenta due anse con le estremità realizzate come satiri con corone di edera sulla testa e la parte superiore ornata da foglie. Il corpo è decorato a sbalzo da cortei dionisiaci.

Nel primo vaso, sotto ad un tralcio di vite, è rappresentato l'incontro a Nasso fra Arianna e Dioniso. Il Dio è raffigurato nel mezzo del corteggio dionisiaco con menadi, satiri, pantere, armati e una figura femminile che suona una lira (Musa Tersicore?).

Nel secondo vaso, sempre sotto ad un tralcio di vite, si trova un'altra raffigurazione di un corteggio dionisiaco con satiri, menadi e pantere cui si associano altre figure mitologiche. In particolare un' Atena armata, un'Artemide che, come consueto, tiene in mano un capretto ed eccezionalmente tiene nella mano sinistra un vaso di frutta. Seguono tre figure femminili di cui due potrebbero essere identificate con Demetra e Persefone. Quest'ultima solleva con la mano un lembo del velo. Compare anche in questo caso una figura femminile che suona una lira (Musa Tersicore?).

Entrambi i vasi hanno una bordura profilata da una collana di elementi ovoidali e baccellati.

Oltre alla punzonatura veneziana del Settecento, i vasi recano il punzone di ingresso in Olanda, presente sulle opere in argento di manifattura estera, usato dal 1814 al 1953.

Le due opere, per forma e decorazione, riprendono i modelli dei vasi a cratere in marmo del periodo neoattico. Nella forma il riferimento più maestoso è senza dubbio il Vaso Medici, ma un altro grandioso riferimento è, senza dubbio, il Vaso Borghese in cui ritornano sia la forma del cratere che la decorazione con fregio di Menadi, figure mitologiche e pantere atte a danzare in un corteo dionisiaco.

I due mirabili vasi marmorei sopra citati sono esempi dell’arte scultorea neoattica (II a.C./II d.C.), un'arte simbolo del gusto della ricca clientela romana fra il II secolo a.C. e il II secolo d.C.

Oggi sono conservati rispettivamente alla Galleria degli Uffizi e al Museo del Louvre.

Il Vaso Medici, rinvenuto nel Cinquecento in mille pezzi sul colle romano dell’Esquilino, fu acquistato dai Medici per la loro villa romana alla fine del Cinquecento e giunse alla Galleria degli Uffizi nel 1780. Il fregio che decora l'elegante vaso narra una scena mitologica, probabilmente il convegno degli Achei a Delfi alla vigilia della guerra di Troia.

L’ammirazione per questa opera fece sì che, nel corso del Seicento e del Settecento, il dialogo con l’antico prendesse forma in numerose copie nei più vari materiali, dal marmo al bronzo. Il vaso fu riprodotto in numerose stampe e disegni che circolarono in tutta Europa e divennero, così, modelli da imitare secondo il gusto per l’aureo periodo dell’Impero romano. Fra i disegni più noti in questo senso dobbiamo citare quello di Stefano della Bella, Il Vaso Medici con Cosimo III, del 1656 (FIG. 1).

Il Vaso Borghese fu, a sua volta, modello significativo per gli argentieri che realizzarono i due crateri oggi proposti in asta. La forma a cratere ed i soggetti decorativi emulano il vaso oggi al Louvre: dal tralcio di viti sotto cui danzano i Satiri e le eleganti e sinuose Menadi a seguito di possenti e forti figure mitologiche, al sottovaso baccellato, fino ai satiri con corone di edera che trattengono le anse, tutto ci parla nei due vasi in argento di un gusto che guardò alla grande cultura dell’antica Roma. Anche per il vaso Borghese numerose furono infatti le riproduzioni create dal Cinquecento in poi, in vari materiali, secondo un unico filo di continuità che doveva tracciarsi fra la cultura antica e quella moderna.

Dunque possiamo asserire che la coppia di crateri in argento, proposta nell'asta di Capolavori da collezioni italiane, sia una delle tante manifestazioni di un gusto, diffuso in tutta Europa, indirizzato verso l’antico e verso quell’arte simbolo di un’epoca di splendore culturale e politico.

 

Provenienza

Collezione privata

                                                                          

Bibliografia di confronto:

P. Pazzi, I punzoni dell'argenteria veneta, Tomo I Venezia e Dogado, 1992, p. 138, n. 420, p. 145, n. 452

I Borghese e l'antico, catalogo della mostra, a cura di A. Coliva; M.L. Fabréga-Dubert; J.L. Martinez; M. Minozzi, 7 dicembre 2011-9 aprile 2012, Roma Galleria Borghese, Milano, dicembre 2011