Capolavori da collezioni italiane

Firenze, 
mer 31 Ottobre 2018
Asta Live 272
14

Mosè Bianchi

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Mosè Bianchi

(Monza 1840 - 1904)

VECCHIA MILANO

olio su cartone, cm 53,5x77

firmato in basso a destra

 

Esposizioni

Maestri dell'800 italiano, Galleria Sacerdoti, Milano, 20 novembre-22 dicembre 1971

 

Bibliografia

Maestri dell'800 italiano, catalogo della mostra (Galleria Sacerdoti, Milano, 20 novembre-22 dicembre 1971), Milano 1971, s.p.

 

Mosè Bianchi, pittore verista nel senso più stretto della parola, è da annoverarsi tra i più famosi artisti dell'800 italiano; una notorietà che lo accompagnò anche all’estero, grazie alla Maison Goupil, da cui passarono i più importanti pittori del tempo.

Il soggiorno parigino negli anni ’60 del XIX secolo donò alle opere del pittore monzese quella vitale inclinazione che gli permise di ampliare l'orizzonte del naturalismo lombardo, una tendenza anti-accademica che nasceva soprattutto dalla sentita esigenza di ristabilire un contatto con la realtà quotidiana.

L'adesione al vero, uno dei motivi dominanti della creazione pittorica dell'artista negli anni ‘80, è accentuata dalla gamma colorista, atta alla rappresentazione dell'atmosfera della città.

L'opera che qui si presenta si colloca proprio nella produzione di quegli anni, in coerente rapporto con altri suoi quadri che sviluppano il tema con ampio respiro. Si tratta di una delle vedute milanesi più specificatamente realista, dove l’artista rivela intenti impressionistici giovandosi di una pennellata vibrante e di una forte struttura compositiva. La neve è un soggetto particolarmente congeniale al pittore, come attesta egli stesso in alcune lettere ad amici, perché gli consente di cimentarsi nella raffigurazione di un momento di intensa unità atmosferica e cromatica.

L’alta qualità della rappresentazione di questo scorcio di vita cittadina si esprime anche nell’equilibrio della composizione, nel bilanciato rapporto tra pieni e vuoti, tra edifici e spazi aperti; l’architettura dello sfondo si fonde col grigio del cielo nevoso, mentre le figure che si affrettano sulla strada, sfidando il gelido vento invernale, appaiono come sagome colorate in un paesaggio urbano di cui sono parte integrante. Molto interessante è la presenza, sullo sfondo, di un tram giallo a cavalli, mezzo di trasporto introdotto in città solo da pochi anni: le prime tranvie urbane, a trazione animale, erano infatti state inaugurate a Milano l'11 aprile 1881, in occasione della grande Esposizione Industriale Nazionale. Le linee, gestite dalla Società Anonima degli Omnibus, avevano un andamento radiale, con capolinea centrale in piazza del Duomo, ed erano dirette verso le porte cittadine.

Il dipinto può essere felicemente confrontato con altre analoghe vedute del medesimo scorcio di Milano, databili tra il 1885 circa e la fine del nono decennio, su cui il pittore amò tornare più volte, grazie anche all’apporto della macchina fotografica. Tra queste possiamo ricordare Neve a Milano, in collezione privata, e Una nevicata a Milano, conservata alla Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano (P. Biscottini, Mosè Bianchi. Catalogo ragionato, Milano 1996, pp. 285 n. 382, 352 n. 549), a cui rimanda anche l’improvvisa accensione rossa del cappuccio di una figurina di spalle sulla destra, seppure l’opera qui presentata risalti per maggiore ricchezza di figure e di spunti aneddotici.