Firenze, 
mar 13 Novembre 2018
Asta Live 274
19

Pietro Paolo Raggi

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Pietro Paolo Raggi

(Genova, 1627/1628 – Bergamo, 1711)

REBECCA ED ELEAZARO

olio su tela, cm 96x149

 

REBECCA AND ELIEZER

oil on canvas, cm 96x149

 

Provenienza

Genova, collezione privata

 

Bibliografia

A. Orlando, Dipinti genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato, Torino 2010, p. 167, fig. 59.

 

L’iconografia della tela, le cui dimensioni farebbero pensare a un’opera realizzata per una committenza privata, raffigura fedelmente un episodio della Genesi in cui Eleazaro, servitore di Abramo, su incarico del suo padrone, incontra Rebecca presso un pozzo fuori dalle mura della città, al fine di ottenere dalla ragazza il consenso di sposare il figlio di Abramo, Isacco.

Come già sottolineato da Anna Orlando il dipinto, di indubitabile autografia, esemplifica il rapporto diretto di Pietro Paolo Raggi con le opere di Gio. Benedetto Castiglione, detto il Grechetto, rapporto anche descritto nella biografia dedicatagli da Carlo Giuseppe Ratti (C. G. Ratti, Delle vite de’ pittori, scultori ed architetti genovesi, Genova, vol. II, 1769, p. 124). La testimonianza del Ratti, collocando lo studio sulle tele del Grechetto dopo l’abbandono da parte del pittore della città di Savona per far rientro a Genova, permette di datare le prove di gusto castiglionesco di Raggi anteriormente al 1680, quando si allontana nuovamente dal capoluogo ligure (A. Orlando, Dipinti genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato, Torino 2010, p. 167).

Altre tele con viaggi biblici e baccanali sullo stile del Castiglione di collezione privata e assai vicine alla nostra sono state rese note da Mary Newcome in un articolo dedicato al pittore (M. Newcome, Pietro Paolo Raggi’s paintings inspired by Castiglione, in Melanges en hommage à Pierre Rosemberg, Parigi 2001, pp. 356-362), dimostrando la veridicità del resoconto dello storiografo e pittore genovese.

Nel dipinto qui offerto è già ben chiaro il gusto naturalistico dei genovesi di primo Seicento adottato dal Raggi, che lo porterà successivamente ad avvicinarsi alla pittura tenebrosa di Langetti, e la sua predisposizione per composizioni teatrali popolate di numerose figure animate anche da forti contrappunti luminosi.