Firenze, 
mar 13 Novembre 2018
Asta Live 274
8

Scuola veneto-ferrarese, sec. XVI

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Scuola veneto-ferrarese, sec. XVI

RATTO DI GANIMEDE

olio su tela, cm 104X77

 

Venetian - Ferrarese school, 16th century

THE RAPE OF GANYMEDE

oil on canvas, cm 104x77

 

Menzionato già da Omero nell’Iliade come il più bello fra i mortali, Ganimede ritorna protagonista nelle Metamorfosi di Ovidio che racconta come Giove, invaghitosi del giovane, si trasforma in aquila per rapirlo e portarlo sull’Olimpo per farne il coppiere degli dei.

Il momento in cui il rapace ha sollevato da terra Ganimede, ormai rassegnato al volo, raffigurato sulla tela offerta, è stato reso celebre anche dal noto disegno realizzato da Michelangelo sul finire del 1532 per Tommaso de’ Cavalieri, oggi parte della collezione del Fogg Art Museum di Cambridge, subito eletto a modello di copie e opere a questo ispirate.

L’impostazione del nostro dipinto, che vede una sorta di bipartizione tra la parte in alto in cui campeggiano i corpi dell’aquila e del ragazzo e quella in basso con il paesaggio da cui si stanno allontanando, riprende quella di alcune repliche dell’invenzione michelangiolesca, quali il bulino di Nicolas Beatrizet, o la tempera su pergamena del miniaturista Giulio Clovio (Firenze, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi).

Del tutto originale e anche misterioso è invece l’intreccio tra i due protagonisti, o meglio il non intreccio, in quanto Ganimede sembra quasi abbandonato sul corpo della divinità in sembiante di aquila, in una posa che rimanda alla statuaria classica.

Il contesto naturale che si apre in basso e sullo sfondo suggerisce di collocare l'opera nella tradizione veneta della prima metà del secolo.